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martedì 15 Aprile 2025
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Disabile in ospedale per emogas, esce e trova l’auto multata dai Vigili urbani

TERMOLI. Dalla proposta di una lettera al direttore, nasce lo sfogo non anonimo, di una madre che da sempre lotta per tutelare i diritti inalienabili di un figlio disabile, Adele Di Pardo. Per questa ragione è stato scelto di proporlo come articolo e non semplice lettera. “Oggi, 10 febbraio 2016, una giornata normale e particolare per chi è obbligato per salute e difficoltà di ordine psico-fisico a sottoporsi a piani terapeutici. Io,  madre di un ragazzo down, affetto da mesi di broncopolmonite con l’ausilio terapeutico di ossigeno, mi sono recata presso l’ospedale San Timoteo per l’emogas, analisi da effettuare in rianimazione e quindi di certa rilevanza sanitaria. Parcheggio la mia Opel sulle strisce gialle per disabili, esponendo una vecchia autorizzazione, nel frattempo è stata da me richiesta il permesso europeo a norma, una vicissitudine infinita di uffici e modalità, dopo 2 mesi non ne sono in possesso, valutando la necessità ho parcheggiato con il vecchio tesserino. Per effettuare l’analisi richiesta la difficoltà a trovare l’ambulatorio è stata angosciante, la disponibilità a non farci girare a zonzo zero. Ma lo sconforto maggiore è stato trovare un vigile del Comune di Termoli, e questo per ben la seconda volta, che aveva appena messo il foglietto di multa per autorizzazione non conforme. Le domande che mi pongo nell’inefficienza totale e nella burocrazia più vomitevole sono: Nell’attesa della nuova autorizzazione può mio figlio esercitare un diritto indiscutibile? Nella presa d’atto che questo era un diritto acquisito può l’arroganza di un vigile o comandante, poco ce ne importa, intimarmi di visionare documenti di riconoscimento, pur avendo al mio fianco il ragazzo che ha bisogno di tornare a casa, vista la delicatezza del prelievo? Può nel caso particolare l’agente non valutare il caso, snellendo le sue paturnie di autoritarismo, che meno di tanto riconosco se esercitato nel non diritto e nella prepotenza burocratica di una divisa? Al posto di comando in secondo atto, nessuno era autorizzato e di grado sufficiente ad una risposta esauriente. Noi genitori di ragazzi speciali siamo stufi di lottare per qualsiasi cosa faciliti la loro vita, non solo per insensibilità e senso civile, ma per la stupidità e l’inefficienza di un sistema che non garantisce nemmeno i “normodotati”. In questi ultimi giorni è una verifica costante nella scuola, nella sanità e nei servizi sociali, la completa assenza di competenza e volontà nemmeno quando questa è pagata dalla comunità per garantire il sacrosanto diritto agli uomini di una pari dignità, senza gli ostacoli mentali e, non limitando la qualità della loro vita. Rinnego assolutamente questa arroganza che rende più difficile e meno felice la vita di un uomo per cui ho lottato in 38 anni, con la solidarietà e la denuncia per tutti quelli che vivono nel quotidiano una limitazione alla vita”.