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venerdì 28 Marzo 2025
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COMUNITA’ E ISTITUZIONI SENSIBILIZZATI SULLA RIVOLTA BIRMANA REPRESSA NEL SANGUE

TERMOLI. I temi di politica internazionale non appartengono propriamente alle competenze del consiglio comunale. Al di là dell’aspetto funzionale, qualsiasi consesso civico, specie se emanazione di una democrazia perfettibile, non può turarsi il naso e coprirsi gli occhi dinanzi a delle repressioni criminali come quella che sta avvenendo nell’ex Birmania, oggi Myanmar. La rivolta pacifista dei monaci buddisti, la scesa in piazza di centinaia di migliaia di residenti oppressi da 62 anni e l’attenzione dedicata dal mondo alla figura del capo dell’opposizione, ai domiciliari nonostante un premio Nobel per la pace, sono eventi che fanno accapponare la pelle nel 2007. Una giunta militare che dalla fine della seconda guerra mondiale sta stritolando scientemente una popolazione, pur di mantenerne il controllo pieno.

Persino nella clamorosa emergenza verificatasi con lo tsunami del 26 dicembre di tre anni fa l’unica realtà avulsa dagli aiuti internazionale fu proprio il Myanmar e tutt’ora non si conoscono a quanto ammontarono i lutti e le devastazioni provocati dal maremoto. Un risveglio di coscienza collettivo, guidato, appunto, dai monaci buddisti, dopo alcuni giorni di esposizione, è stata schiacciata nel sangue, con un numero di vittime, probabilmente, molto più alto di quanto la casta in divisa abbia fatto sapere. Ebbene, cogliendo l’attimo fuggente, il capogruppo della Città dei cittadini, l’avvocato Simone Coscia, ha voluto proporre all’attenzione della comunità termolese e dei suoi amministratori la tragedia birmana. Con uno specifico ordine del giorno, Coscia vorrebbe un impegno concreto di sensibilità e solidarietà da parte delle istituzioni locali.

“Gli avvenimenti degli ultimi giorni in Birmania sono sotto gli occhi di tutti – afferma Coscia – specie  i noi che vivono in un democrazia nata dal ripudio di una dittatura. Uno dei pilastri fondanti di un paese democratico è la libertà di manifestare liberamente il proprio pensiero e a questo si lega il sentimento di solidarietà verso i più deboli, che fa parte della nostra cultura da sempre. Esprimiamo la nostra più profonda vicinanza e solidarietà al popolo birmano e ai monaci buddisti che manifestano pacificamente per una svolta democratica nel loro paese. Auspichiamo l’apertura di un dialogo tra i militari e la popolazione per una transizione pacifica verso una democrazia compiuta. 

Obiettivi perseguibili su larga scala qualora tutta la comunità internazionale s’impegnasse a riguardo. Dal nostro piccolo, incarichiamo Sindaco e giunta ad esporre alla casa comunale,  insieme alle bandiere istituzionali, un nastro rosso a simboleggiare la nostra vicinanza al popolo birmano. Di partecipare alla campagna di solidarietà in corso su tutta la rete internet esponendo i colori e i banner dell’iniziativa sul sito istituzionale del comune di inviare, a nome di tutta la popolazione termolese,  una lettera ufficiale all’attuale governo birmano che chieda di fermare la repressione attualmente in atto ed esprima il nostro auspicio per una pacifica riconciliazione nazionale in senso democratico”.