di Emanuele Bracone
TERMOLI. Quindici giorni dopo la sottoscrizione del documento d’impegno tra sindaco e maggioranza sull’azzeramento della giunta e degli altri incarichi fiduciari, il primo cittadino, Vincenzo Greco, compiuto a tre quarti il giro interno di consultazioni e travalicato criticamente lo scoglio delle primarie del Partito democratico, ha voluto riunire per questa sera l’intero consesso istituzionale del centrosinistra. Cosa andrà a riferire, a chiedere o a dissertare non è dato di sapere, specie quando i momenti di tensione, semmai, piuttosto che scemare sono andati a incresparsi ulteriormente. A rompere il muro del silenzio (del pianto?) è stato il capogruppo dei Democratici di Sinistra, Franco Scurti.
“Prima di poterci chiedere o comunicarci qualcosa, il sindaco dovrà innanzitutto risponderci perché non ha onorato gli impegni presi e, su questo, voglio precisare come quell’iniziativa venne assunta da lui stesso, coinvolgendo la componente di maggioranza meno critica – evidenzia il vulcanico consigliere alla quarta legislatura consecutiva – per cui non aver adempiuto a quell’editto, ha evidentemente deluso e disilluso prima i suoi uomini di quanto possa averlo eventualmente fatto con noi, poiché ben abbiamo compreso la natura comportamentale del Notaio. Quel che si decide la sera mai arriva alla mattina. Colgo questa occasione per lanciare un ulteriore appello a Greco. Cambi metodo, accetti di calarsi in una veritiera e profonda verifica sul programma e sull’operato della sua giunta. La città è critica verso questa amministrazione almeno quanto lo siamo noi sei, critici, ribadisco e non dissidenti. Sotto il profilo politico e quello gestionale tante sono le lamentele. Una ragione di più per confrontarsi serenamente, pena il rischio concreto che questa avventura, nata sotto buoni auspici e sospinta da grande entusiasmo, possa drammaticamente interrompersi”.
Insomma, un monito che non lascia spazio a equivoci o interpretazioni. La componente dissenziente della maggioranza attende segnali di fumo da Greco e dai suoi accoliti amministratori, altrimenti il punto di rottura potrebbe essere davvero vicino. Nessuno ha voglia di mandare a carte 48 l’amministrazione comunale, tanto meno, si è disposti ad abbassare le terga per far passare sopra la propria testa un andazzo che di collegiale non avrebbe nulla.
“Non mi auguro di certo un simile epilogo. Questa esperienza di centrosinistra dobbiamo assolutamente cercare di portarla a compimento, per il bene della città, della sua comunità, oltre che della coalizione. Se ciò non dovesse essere, sarà il sindaco a portarne sulle spalle il peso e ad assumersi la piena responsabilità dell’accaduto. Non comprendo come mai tanto difficile sarebbe migliorare la squadra di governo, nel rispetto, soprattutto, dei nuovi equilibri venutisi a creare in seno al consiglio comunale. E’ un fatto, ineluttabile, che con la costituzione del nuovo Partito Democratico i rapporti di forza nello schieramento dovranno essere rivisti naturalmente. Non accettiamo né possiamo farlo blindature su posizioni singole tanto meno aggregazioni a tutela di una parte dell’esecutivo. Una seria azione di verifica passa obbligatoriamente con l’azzeramento di tutte le nomine, solo così sarebbe possibile superare le difficoltà esistenti e, una volta concertate persone nuove e metodi meno accentratori, ripartire con rinnovato spirito per governare al meglio la città. Un patto di legislatura”.
Un patto di legislatura, dunque, che sappia far riverberare in positivo quell’intesa programmatica e metodologica che fu alla base dell’alleanza elettorale della primavera 2006. Tuttavia, non sarà Scurti ad avanzare queste richieste, poiché ritiene di non dover partecipare a nessun incontro, prima che il sindaco compia quell’atto di umiltà politica chiamato azzeramento.
“Non personalmente, non ritengo opportuno, difatti, partecipare all’assemblea della maggioranza, poiché in quella sede, magari, il primo cittadino dovrà giustificarsi anzitutto rispetto agli altri dodici consiglieri con cui ha sancito l’accordo sull’azzeramento di tutti gli incarichi. Solo allora, quando potrà dimostrare le ragioni di questa omissione e dovesse procedere alla rimozione delle nomine di sua competenza, rientrerei nella piena sintonia, anche, ovviamente, partecipando agli incontri di coalizione. Fatti, anzi atti, e non chiacchiere, vogliamo”.