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venerdì 13 Giugno 2025
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I DISSIDENTI ALL’OPERA MA IL COPIONE DEL SINDACO NON CAMBIA

TERMOLI. Crisi di maggioranza i dissidenti critici o viceversa confermano la nettezza della richiesta sull’azzeramento, unica condizione possibile per tornare a dialogare in via Sannitica. L’amministrazione comunale adriatica di centrosinistra rischia di infrangere il suo moto perpetuo contro un muro di gomma.

Tra il sindaco Vincenzo Greco e i cosiddetti consiglieri critici (o dissidenti) Antonio Paparella, Franco Scurti, Ettore Fabrizio, Simone Coscia, Michele Colella e Giuseppe Rocchia il dialogo sta nel mezzo, delle rispettive posizioni, ma alcuno di loro sarebbe intenzionato a incontrarsi sulla strada di Damasco, facendosi folgorare dall’irremovibilità dell’antagonista. Il fulcro del ragionamento di questa crisi strisciante, che ormai ha preso le mosse sin dalle nomine in seno al consorzio industriale della Valle del Biferno, sta nella richiesta dell’azzeramento di tutti gli incarichi fiduciari di nomina del primo cittadino, non solo la sua giunta, dunque, ma il Cosib, la Tua e le altre deleghe minori, compresa, questa sì decisiva e strategica nell’ottica del riassetto complessivo degli equilibri politici dello schieramento, quella ad interim detenuta sull’Urbanistica dall’insediamento del nuovo governo cittadino. Insomma, un giro di vite sarebbe possibile solo e soltanto se davvero Greco concedesse con immediatezza il colpo di spugna. 

L’aver radunato una parte della maggioranza (11 su 18) l’altra sera, senza aver potuto contare sugli esiti dei confronti che avrebbero dovuto concludere il primo giro di consultazioni, l’intera pattuglia dissidente della Margherita, il capogruppo Ds Franco Scurti e quello della Città dei cittadini Simone Coscia; il solo Rocchia ha avuto questa chance, tra l’altro, bissata giovedì sera nel consesso allargato. Medesimo contesto in cui il presidente del consiglio Laura Venittelli, unica rappresentante diellina tra le anime costituenti del futuro Partito Democratico e per giunta senza alcuna delega, provò a disegnare una sintesi nei passaggi politici di questa crisi annunciando una doppia sessione di incontri per la giornata di ieri, in mattinata con il Pd e nel pomeriggio, eventualmente fosse stata sciolta la riserva sulla costituzione del nuovo intergruppo, con Greco.

Nulla di tutto questo è accaduto. L’unica assemblea politicamente rilevante è stato il congresso comprensoriale dell’Italia dei Valori, dove persino lì era attesa (e successivamente disillusa) l’evoluzione annunciata impropriamente nell’agone di due giorni prima. Parallelamente, invece, e con crismi di ufficiosità e informalità, al locale Opera di Termoli si è riunita la componente distinta e al momento distante dal sindaco e dalla sua più stretta maggioranza nella maggioranza. I sei fautori di questa discontinuità latente hanno voluto approfondire i temi della crisi, raggelando le speranze di chi avrebbe potuto anelare un loro ammorbidimento dopo la cruciale fase chiave delle primarie per il Partito Democratico.

L’istanza sull’azzeramento rimane tale come volontà e conditio si ne qua non per riavviare un dialogo con chi governa attualmente la città. Ad un certo punto, sul tavolo dell’Opera, con il proprietario Massimo Salerno ha fatto capolino un panettone artigianale di ottima fattura offerto dalla casa, ma l’amministrazione Greco, questo è il rebus, il panettone arriverà a mangiarlo?

Bem