TERMOLI. I debiti della sanità affiorano come iceberg. L’aver dato strada spianata alla costituzione dell’Asrem, lasciando le vecchie aziende sanitarie locali affogare nel mare di debiti accumulati in anni di gestione ordinaria e, ora, in regime commissariale di liquidazione, non sta funzionando come, magari, gli estensori di questo provvedimento di riordino avrebbero sperato e voluto.
A causa proprio del cumularsi delle posizioni debitorie divenute nel tempo inesigibili, alcuni dei creditori, specie coloro che vantano aspettative di diverse centinaia di migliaia di euro, hanno attivato la leva del contenzioso, rivolgendosi al tribunale di competenza, il foro di Larino, attraverso cui chiedere il pignoramento delle disponibilità liquide della Asl n. 4 presso il conto corrente depositato presso la tesoreria convenzionata, nel caso di specie la Banca Popolare di Lanciano e Sulmona. Ebbene, nella circostanza di cui siamo venuti a conoscenza, l’istante, ottenuto il pignoramento presso la filiale di corso Fratelli Brigida, per un importo di 473.647,79 euro – questo il 3 ottobre scorso – non ha potuto vedere soddisfatta la sua legittima richiesta poiché imbottigliato nella procedura esecutiva da altri pignoramenti per importi superiori che hanno preceduto il suo.
Una doccia gelata, dunque, comunicata ai sensi dell’articolo 547 del codice di procedura civile il 13 ottobre scorso a mezzo raccomandata con avviso di ricevimento per mano del presidente del consiglio d’amministrazione dell’istituto di credito, il dottor Lelio Scopa. “Si dichiara che la Banca Popolare di Lanciano e Sulmona è debitrice della parte esecutata – si legge testualmente nella formale missiva – di euro 473.647,79, tuttavia le suddette somme sono vincolate da precedenti pignoramenti notificatici per complessivi euro 1.968.498,56”.
La semplice addizione numerica porterebbe i pignoramenti effettuati contro la Asl n. 4 in liquidazione, sempre presso la tesoreria Bls, in quasi cinque miliardi delle vecchie lire. Un bel fardello.
Bem