sabato 18 Gennaio 2025
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LA VITTORIA MUTILATA DEL GOVERNO PRODI IN EUROPA. LETTERA APERTA DELL’EUROPARLAMENTARE MOLISANO ALDO PATRICIELLO (UDC)

BRUXELLES. Dopo sei anni di negoziati e polemiche l’Europa è più forte, fiduciosa e pronta ad affrontare le sfide del futuro rimettendosi nuovamente in marcia dopo il trauma dei NO referendari che ne hanno paralizzato il funzionamento negli ultimi due anni.

In effetti, il nuovo Trattato di Lisbona che sarà firmato dai ventisette Stati il prossimo 13 dicembre e che dovrebbe entrare in vigore nel 2009, punta a rilanciare la costruzione dell’Europa permettendo di superare l’impasse che ha lungamente paralizzato il futuro istituzionale dell’Unione dei 27. 

L’accordo sul Testo raggiunto dal Consiglio dei Ministri europei riunitisi nella capitale lusitana è stretto parente di quella Costituzione europea naufragata a seguito dei rifiuti referendari di Francia e Olanda nella primavera del 2005. Ma allo stesso tempo non intende presentarsi come un testo costituzionale e ciò al fine di aggirare l’insormontabile ostacolo della consultazione popolare in Gran Bretagna e in altri Paesi fortemente caratterizzati per il proprio euro-scetticismo.
Per tale ragione nel nuovo Testo non figurano tutti quegli elementi che potevano assimilare l’Unione europea ad una superpotenza federale, quali inno e bandiera.

Ciononostante, numerose sono le novità introdotte dal recente accordo.

Anzitutto aumenteranno i poteri del Parlamento europeo, istituzione cardine del processo decisionale comunitario le cui competenze legislative saranno ulteriormente estese in settori quali giustizia, sicurezza, immigrazione.
A partire dal 2014, la Commissione europea, finora composta da un numero di Commissari pari al numero di Stati membri, sarà invece formata da un numero pari ai due terzi dei Paesi UE, con un sistema rotatorio.
Tra le novità più significative ve ne sono, inoltre, alcune concernenti il Consiglio europeo che dovrà eleggere, dal 2009, un Presidente fisso, con mandato rinnovabile una sola volta della durata di due anni e mezzo e che avrà mansioni di rappresentanza dell’UE sulla scena mondiale.

Quanto al voto in Consiglio, si passerà ad un sistema di “doppia maggioranza” in 45 settori ivi compresi la cultura, la cooperazione giudiziaria e di polizia, la politica economica.
In sostanza, per far si che un atto sia varato, sarà necessario che lo stesso venga approvato dal 55% degli Stati rappresentanti il 65% della popolazione europea.
Permane, invece, la necessità dell’unanimità nei settori di politica estera, fisco e politica sociale.
Tuttavia, proprio nel giorno dei festeggiamenti per il disco verde all’accordo, da Lisbona è partita un’iniziativa autonoma di Berlino, Parigi e Londra, sulla strategia da adottare contro l’instabilità dei mercati finanziari. Destinatari i ministri dell’economica del G-7 riuniti a Washington per discutere della crisi finanziaria che sta caratterizzando l’economia USA e Europa.
L’Italia (assente ingiustificata del neonato direttorio), rappresentata dall’inerme Prodi, non ha fatto in tempo a rallegrarsi del nuovo Trattato che già si vede ‘recapitare’ un sonoro schiaffo dai suoi principali partner economici che esautorando pubblicamente il nostro Paese hanno umiliato la politica estera attuata dal premier.

Ancora una volta, le incapacità negoziali del Governo Prodi, presente a Lisbona ma colpevolmente ignaro dell’accordo raggiunto dal trittico franco-anglo-tedesco,  generano un clamoroso strappo che la dice lunga sulla considerazione che gli Stai membri nutrono nei confronti del nostro Paese.

Prodi torna a Roma con un Trattato in più ma con la consapevolezza che grazie a lui, il nostro Paese in Europa conta estremamente poco.