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domenica 22 Giugno 2025
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VERIFICA DI MAGGIORANZA: RIFONDAZIONE COMUNISTA ROMPE IL SILENZIO

TERMOLI. Il processo di verifica dell’amministrazione di centrosinistra è giunto a un bivio. Per questo, anche una componente critica ma non dissidente come Rifondazione comunista ha ritenuto opportuno dire la sua.

“A seguito del diniego espresso dal Sindaco di Termoli, riguardo la richiesta di azzeramento della Giunta, il PRC termolese ritiene a questo punto di dover dire qualcosa, fuori da strumentalità e faziosità.

Il prosieguo – anche “sub iudice” – dell’attività della giunta comunale, non intralcia in nessun modo i percorsi della verifica programmatica e politica. Verifica alla quale siamo fortemente interessati, per un rilancio positivo e costruttivo dell’azione di questa amministrazione, senza porre in essere alcun ricatto di posti. Pensiamo che ciascuna forza politica debba assumersi, di fronte ai cittadini ed agli impegni programmatici, le proprie responsabilità. Soltanto a verifiche esaurite, infatti, si potrà ragionevolmente e democraticamente valutare l’eventuale necessità di azzerare, surrogare o confermare gli assessori. …E non solo gli assessori! 

Il PRC termolese, nella propria verifica amministrativa, sarà prioritariamente interessato al rilancio della partecipazione popolare e determinante dei cittadini nei processi decisionali, in tutti gli ambiti tematici.
Emergenza abitativa e disagio sociale e giovanile, stanno assumendo proporzioni drammatiche e sono in costante aumento senza che l’amministrazione intervenga adeguatamente e con una seria progettualità. Occorre un processo partecipato e cosciente che ridia dignità e fiducia ad una popolazione da sempre oppressa dai particolarismi, dai clientelismi e dalla disillusione di poter trasformare l’ esistente.
È pressoché assente, inoltre, una politica della cultura e della conoscenza, fondamentale per la valorizzazione  di entità sociali -esistenti e potenziali- sul territorio e per la preparazione del terreno ad una generazione “nuova”, che contrasti il grave e atavico disimpegno culturale della nostra città, funzionale all’autoritarismo e alla continuità delle passate gestioni. 
È necessario, inoltre, implementare una reale politica del lavoro, in ragione di un accresciuto disagio economico e occupazionale, attraverso un azione politica estesa a tutti i livelli istituzionali. Sarebbe utile valorizzare, ad esempio, il cooperativismo sociale superando i volontarismi di matrice “ecclesiale” e pietistica, sovente mortificati a vere e proprie agenzie di voti e di conservazione del potere.  Non dobbiamo dimenticare che una moltitudine di studenti e operai, fuori dalle grazie dei potentati, come in passato, hanno ripreso il processo migratorio verso altre realtà ove affrancarsi.
 
Pur non risparmiando critiche all’amministrazione e ammettendo senza remore la necessità riquadrare con urgenza alcuni obiettivi programmatici, a sentir parlare soltanto di “azzeramenti” delle nomine fiduciarie senza contrapporre contenuti di merito si resta sinceramente perplessi.
La richiesta di sopprimere “tout court” l’organo esecutivo presuppone una presa di giudizio preventivo da parte di chi ha già deciso, senza confronto e senza verifica. Non è accettabile che una parte della maggioranza imponga le proprie decisioni, a meno che non vi siano ragioni gravi e inoppugnabili che le giustifichino -ragioni di cui non ci è ancora dato conoscere-.  Diversamente, spiace constatarlo, sembra trattarsi solo di mero “ricatto” politico, presumibilmente cagionato in parte da frustrazioni e appetiti personali e in parte ispirato da una qualche “eterodirezione” politica, che vuole metter “becco” nelle vicende di Termoli, minandone smaccatamente l’autonomia e gli indirizzi politici.

Siamo militanti e dirigenti abbastanza “navigati” da aver verificato, sulla nostra pelle, le logiche impositive dei vertici dei partiti, nonché del famigerato  “scacchiere” politico in cui si predeterminano le “caselline” da assegnare, a seconda dei vari interessi gestionali di spartizione del potere.
Non bisogna dimenticare che la candidatura di Vincenzo Greco è scaturita dal tavolo politico cittadino di Termoli certamente sull’onda emotiva della vicenda giudiziaria di “Black Hole” e sul bisogno di legalizzazione avvertito fortemente dai cittadini ma, anche e soprattutto, dal bisogno di riappropriazione del nostro territorio e del nostro futuro, in palese spregio alle indicazioni dei vertici regionali che, al solito, operavano per costruire …le loro soluzioni.
 
Non è certamente ininfluente a quanto va accadendo, evidentemente, la costituzione del blocco del PD regionale, che altro non è che l’espressione della sommatoria degli interessi dei ceti politici regionali dell’Ulivo, che tentano di riorganizzarsi -dopo la sonora “mazzata” delle ultime elezioni in regione- rivaleggiando per i piazzamenti nell’apparato dirigente e per concorrere alla futura successione del Governo regionale.
Costoro stanno evidentemente riservando le loro attenzioni e le loro preoccupazioni alla nostra cittadina adriatica, proprio in funzione degli esiti -per noi scontati- delle primarie ed il conseguente processo di “trasposizione” dei rinnovati (si fa per dire!) equilibri. 
 
Perdipiù, proprio nella cittadina adriatica si stanno riversando interessi corposi di lobby e di blocchi economici -prevalentemente del settore edilizio- preoccupati della prosecuzione delle loro redditizie attività, e si stanno “dannando l’anima” nel desiderio di normalizzare o ribaltare l’inedita amministrazione termolese, improntata al rispetto delle regole e alla legittimità degli “iter procedurali”,  e che sta ribattendo giuridicamente, con risultati, colpo su colpo gli assalti di  “riclassificatori” e “cementificatori”, in palese discontinuità con le passate gestioni.

Bisognerebbe, infine, analizzare attentamente e porre a seria verifica anche l’operato del Comitato Direttivo del Cosib, in cui risalta l’attività “trasversale” di un assessore provinciale “democratico” -insieme ad altri componenti “ulivisti”-  in stretta alleanza con il presidente e i componenti della fazione opposta di centrodestra, in antitesi alla stessa amministrazione comunale di cui è espressione. Vicenda politica che fa riflettere e che propone, nell’ambito consortile, uno sciagurato schema che qualcuno potrebbe  ipotizzare di riprodurre altrove.

Insomma, per il PRC la verifica è principalmente un’operazione di verità e di trasparenza per i cittadini, rispetto agli impegni programmatici assunti. Se bisognerà rivedere gli equilibri: bisognerà analizzarli complessivamente e approfonditamente, senza pregiudizi e senza strumentalità di sorta”.

Un intervento, questo, sottoscritto dal presidente del locale circolo, Giuseppe Di Blasio, e concertato ieri dopo l’incontro in maggioranza al quale ha preso parte il capogruppo consiliare Marco Cataldo e la successiva riunione in sezione.