GUGLIONESI. Già dalla tarda mattinata di ieri in paese si rincorrevano voci secondo le quali i medici del reparto Rianimazione della ‘Casa Sollievo della Sofferenza’, a San Giovanni Rotondo (Fg) davano il giovane tunisino, Sassha Idhidin ‘clinicamente morto’.
Interpellati i Carabinieri della locale stazione, la notizia è stata destituita di fondamento, ma le condizioni del ventiquattrenne extracomunitario permarrebbero gravissime.
Un’emorragia ‘sottodurale’ mette a serio rischio la sua sopravvivenza, dopo il pestaggio avvenuto davanti al Bar Renzetti, nel tardo pomeriggio della scorsa domenica.
A Guglionesi nessuno se la sente di dire più di tanto, ma alla fine qualche particolare, è saltato fuori.
Secondo le voci raccolte proprio all’interno del locale pubblico situato in nel centralissimo Viale Margherita, Sassha Idhidin avrebbe fatto ingresso nel bar poco prima delle 18, dirigendosi con fare deciso verso il bancone, dietro al quale stava lavorando il titolare, Rosario Renzetti. “Devi darmi assolutamente i soldi – avrebbe detto in maniera perentoria il giovane tunisino al gestore del locale – ne ho bisogno: devi darmeli subito perchè da quì non mi muovo”.
il marciapiede dove si sarebbe accasciato il tunisino
Cosa c’entrano i soldi? In realtà, da qualche giorno l’extracomunitario, pare, da tempo affitto da uno stato depressivo a seguito di una delusione amorosa, stava aiutando la famiglia Renzetti nella raccolta delle olive in podere di loro proprietà.
Famiglia ‘perbene’, a quanto sembra, visto che altri due fratelli del gestore del bar sono entrambi appartenenti alla Forze dell’Ordine, rispettivamente in Finanza e nella Polizia Penitenziaria.
Secondo quanto affermato da alcuni avventori, il ragazzo longilineo e di corporatura molto esile mostrava uno stato di particolare eccitazione e, forse, proprio in virtù di esso Sassha Idhidin si sarebbe dimostrato irriverente ed eccessivo nel reiterare ad alta voce le sue richieste.
Sempre stanti le affermazioni di alcuni testimoni della brutta vicenda, lo stesso ventiquattrenne nordafricano avrebbe goduto di un rapporto molto familiare con i Renzetti che in varie occasioni l’avrebbero aiutato, facendolo mangiare nella loro casa e dandogli ripetute occasioni per sbarcare il lunario facendolo lavorare nei loto terreni agricoli.
D’un tratto il tunisino avrebbe alzato ancora i toni della sua richiesta, iniziando a scalciare tavoli e sedie, per finire col prendere a calci anche la vetrata d’ingresso del locale, infrangendola fragorosamente.
Qui la ricostruzione dei fatti si fa meno chiara e nessuno ha saputo o voluto spiegare con chiarezza la dinamica de pestaggio.
Ne viene fuori un quadro confuso all’interno del quale entrerebbero due o tre persone (non si sa bene se per sedare l’ira del di Rosario Renzetti (nel frattempo saltato fuori dal bancone), o per dare sfogo diretto a quella sorta del crescente ‘avvelenamento’ che si sta facendo strada un po’ dovunque nei confronti degli immigrati, dopo i recenti fatti di Roma e Perugia.
Alla fine Sassha Idhidin si sarebbe ritrovato steso sul marciapiede antistante il locale, pare colpito da più pugni e gomitate scagliatigli al capo, al volto e all’addome.
I Carabinieri, la cui stazione dista meno di 500 metri dal luogo dell’accaduto, sono giunti in un attimo, pare quando il giovane tunisino, sebbene mal ridotto e sanguinante, fosse ancora lucido e cosciente; e sono stati proprio i militari dell’Arma, dopo averlo condotto nel posto di Guardia Medica, a far intervenire i medici del 118 che hanno subito trasferito Sassha Idhidin al ‘San Timoteo’ di Termoli.
la stazione dei Carabinieri di Guglionesi
Nel volgere di poche decine di minuti le condizioni dell’extracomuitario si sono aggravate al punto di suggerire ai medici l’immediato trasferimento nell’ospedale ai piedi del Gargano.
‘Emorragia cerebrale’: questa la diagnosi d’ingresso.
I Carabinieri della locale stazione hanno ascoltato alcune persone, tre delle quali fortemente sospettate di essere gli autori del pestaggio; oltre a una sorella del giovane tunisino, da tempo dimorante a Guglionesi, ma che, pare, non avesse più alcun rapporto con lui a causa di pregressi litigi.
Per i tre sospettati, ma molto più probabilmente per Rosario Renzetti, qualora malauguratamente il cuore del ventiquattrenne nordafricano dovesse cessare di battere, si profilerebbe l’ipotesi del reato di ‘omicidio preterintenzionale’.
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