mercoledì 15 Gennaio 2025
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TERMOLI. Fumata grigia sul bilancio in Consiglio. Il sindaco Vincenzo Greco ritira la delibera

TERMOLI. Tre quarti del Consiglio comunale era in anticamera in attesa che si quadrasse il cerchio e giungesse la decisione dei gruppi di maggioranza se tenere o meno il numero legale in aula o far saltare la seduta. 

Dovunque capannelli composti da: ‘ortodossi’, ‘critici’, ‘dissidenti’; assessori dimessi e pubblico, fuori e dentro l’aula. Vocio, poi mormorio crescente della gente: “Entrano, non entrano: si decidessero”.  Qualcun’altro: “Non se ne può più: ogni volta è così: un continuo balletto: ma vogliono amministrarla la città o cosa?”.

Poi entra nella sala consiliare il sindaco, Vincenzo Greco che va a sedersi al suo posto; poco dopo alcuni consiglieri di minoranza, mentre l’ufficio di presidenza  andava revisionando la lista degli eletti per sopperire all’assenza del presidente, Laura Venittelli, del vice presidente, Michele Cocomazzi e individuare il ‘consigliere anziano’ in diritto di presiedere la seduta.

Sullo scranno più alto è andato a sedersi il consigliere e capogruppo di Forza Italia, Basso Antonio Di Brino che acquisito il ruolo ha subito iniziato l’appello dei presenti. L’aula era semideserta. Oltre alle componenti di minoranza, gli unici seduti negli scranni erano i consiglieri Paglione, Iacampo, Petrella, De Lena, Antonarelli, Piccoli e Silverio; poi nel corso della ‘chiama’, a gruppi di due, tre, sono entrati via via tutti gli altri ad esclusione del consigliere di minoranza , Verini, dichiarato assente, come la Venittelli e Cocomazzi. 
Alla destra e alla sinistra del sindaco, in veste di possibili interpellati stante l’ordine del giorno, gli assessori dimessisi: Morelli (Bilancio e Finanza), e Di Blasio (Lavori Pubblici).

Primo punto iscritto in agenda, la proposta di delibera n°64, avente ad oggetto “Variazioni al Bilancio esercizio finanziario 2007”.
Il tempo di dare lettura del dispositivo da parte del presidente ‘pro tempore’, Di Brino e il primo cittadino, Vincenzo Greco, ha tirato fuori dal cilindro magico una ‘mozione d’ordine’ mediante la quale, a norma dell’articolo 88 del regolamento consiliare, ha potuto ritirare la proposta di delibera, impedendone la discussione e l’approvazione o la bocciatura.

Ancora mugugni tra il pubblico, una parte del quale da diverse settimane è in attesa di un’improbabile ‘Waterloo’ del sindaco e della sua maggioranza, con il provvedimento che andava approvato entro il 30 novembre e che – è stato detto –  sarà votato nel corso di una prossima riunione di Consiglio. Ma alla successiva domanda rivolta al primo cittadino dai rappresentanti degli organi di informazione, Greco, ha smentito l’urgenza e la preoccupazione in termini di scadenza del provvedimento, anzi testualmente: “Non vi era nessuna necessità ne urgenza di approvare il dispositivo, perché non è stata apportata alcuna variazione all’esercizio finanziario per il 2007”.  Nel frattempo, soprattutto i ‘maligni’ e qualcuno tra i consiglieri cosiddetti ‘critici’, in contemporanea, andava sostenendo che il sindaco sapeva di non “avere i numeri per far passare il provvedimento in Consiglio”.

L’ex capogruppo dei Ds, Franco Scurti, sicuramente tra i meno ‘sperticati’ nel sostenere primo cittadino e Giunta, si è lasciato andare al seguente commento estemporaneo che in parte smentisce lo stesso Greco, il quale ha precisato laconicamente circa le deleghe assessorili: “Nessun assessore è stato revocato”.

“Non è vero che non esistono obblighi su questo deliberato – ha detto Scurti – . La variazione andava e andrebbe votata entro fine mese, pena l’affidamento del caso a un ‘commissario ad acta’. Tuttavia il chiarimento tra le varie anime del centrosinistra è in corso e il primo passo, intendo quello relativo alla restituzione delle deleghe da parte dei membri dell’Esecutivo, è stato accolto di buon grado e può rappresentare un primo momento dal quale far ripartire il dialogo interno alla compagine”. 

E che ci sia ancora bisogno di tempo e di dialogo, a parte gli esiti delle nomine interne al neonato Partito Democratico (gli osservatori l’avevano compreso fin dall’inizio; un po’ meno la gente che si attende e ama capire soprattutto i fatti).
Archiviato in qualche modo il punto in agenda, Il presidente Di Brino, ha dato lettura della seconda proposta di delibera, riguardante l’approvazione del progetto preliminare della rotatoria (più volte chiesta dai cittadini e dalle minoranze a causa dei tanti incidenti alcuni dei quali purtroppo mortali), tra Via del Mare e Via Ancona.

Sul punto è intervenuto in veste di ex assessore ai Lavori Pubblici, l’ex ‘diessino’, Mario Di Blasio. Di Blasio ha riferito sull’iter che in passato era stato oggetto di numerose interrogazioni e interpellanze, sostenendo che i ritardi di questa realizzazione sarebbero dovuti allo scarso o tardivo impegno dello studio tecnico che aveva ricevuto l’incarico.

Al voto, l’aula si è mostrata compatta approvando unanimemente il dispositivo proposto.
L’attesa seduta sarebbe andata bellamente in archivio se il capogruppo di minoranza, Oreste Campopiano, non avesse chiesto la discussione dell’interpellanza urgente riguardante il manifesto murale fatto distribuire dalla municipalità, per mettere in guardia la popolazione circa i possibili rischi che sarebbero potuti o potrebbero derivare dall’uso dell’acqua potabile che egli ultimi tempi presenta una ‘strana colorazione giallognola’.

Campopiano ha insistito sul grado di “inconsistente genericità” e sul modo approssimativo e probabilmente allarmante con il quale è stato dato questo tipo di raccomandazione all’utenza”.
Il sindaco Greco ha scelto di riferire in merito, ne corso della prossima seduta di Consiglio, “quando – ha detto, tra le proteste bisbigliate dai consiglieri di minoranza, Montano, Roberti e De Felice – saremo anche in condizione di esporre dati più significativi”.
Non essendoci ulteriori punti da porre in discussione, il presidente ‘pro tempore’, Basso Antonio Di Brino, ha dichiarato sciolta la seduta, mentre dai banchi dell’opposizione veniva annunciata una conferenza stampa estemporanea. 

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