di Angelo Malinconico*
TERMOLI. Fortemente voluta dall’assessore alle Politiche Sociali, Antonio Russo (che l’aveva convocata ben prima delle note dimissioni), nel pomeriggio di lunedì si è tenuta una riunione-fiume, una vera e proprio “Costituente”, finalizzata a rendere quanto prima operativa la Consulta Comunale per le Disabilità.
Già l’uso del plurale (“le disabilità”) identifica una modalità nuova e particolarmente rispettosa di affrontare il variegato universo del cosiddetto “handicap”. Quanti nomi, quante perifrasi, quante articolate espressioni, per definire un mondo che viene vissuto, di volta in volta, come una problematica da affrontare timorosi, o come un fardello per la cosiddetta società dei “normodotati”; insomma, un universo che esprime bisogni ponderosi, che graverebbero su bilanci ed emotività.
Ma cos’è un “bisogno”?
Chi può arrogarsi il diritto di potere rispondere oppure omettere di dare risposte ad un “bisogno”, specie se espresso da chi ha la sventura di vedere ridotte abilità per altri naturali? Una grande lezione ce la dà il filosofo Levinas. Questi, in sintesi, ci dice: «Il bisogno non è, come nell’accezione Platonica, un qualcosa che manca a qualcuno, e che altri hanno la possibilità di soddisfare o meno. No, il bisogno è una risorsa, una potenzialità che viene casualmente espressa da qualcuno, determina una naturale attivazione di risposte, fino a concatenare relazioni tra individui che devono inderogabilmente rispondere ai bisogni».
Personalmente, dirò di più: i bisogni vanno “stanati”, vanno fatti emergere dal sommerso mondo della vergogna che troppo spesso li ingabbia e li rende persino inesprimibili.
Nell’incontro tenutosi tra l’assessore Russo e le varie Istituzioni invitate, è stato affermato con forza che una società che si possa definire civile deve preoccuparsi principalmente di rispondere ai bisogni delle disabilità. Un incontro, in definitiva, che è stato ben più di qualcosa semplicemente propositivo; si palpava un’energia ed una volontà di gridare con forza, altro che gabbie e nebbie oscuranti!
*Direttore del Centro di salute mentale della zona 4 dell’Asrem