MONTENERO DI BISACCIA. Le vie dello sviluppo sono definite. Parafrasando un celebre motto religioso, il nuovo messia della cosa pubblica, il ministro e leader dell’Italia dei Valori ieri pomeriggio le ha cantate a tutti.
Nel suo stile sobrio, accalorato, a volte paesano, con puntuali ed efficaci affondi dialettali, Antonio Di Pietro ha voluto rendere palpabile a tutti, visibile a chi non crede più nelle istituzioni cosa voglia dire accorciarsi le maniche della camicia, ungersi i gomiti d’olio e non farsi tirare per la proverbiale giacchetta da coloro che vorrebbero destri e sinistri divisi su tutto, meno che sulla spartizione e sulla gestione clientelare del potere autentico.
Questa la risposta bipartisan e traversale che gli amministratori di qualsivoglia schieramento dovrebbero assumere in risposta alle sirene del declino che sembrano pervadere fino in profondità l’architrave del Paese e ai quei venti di antipolitica che se cavalcati inopportunamente farebbero sprofondare ancor più il territorio in una catalessi da cui, difficilmente, si risalirebbe la china. Il convegno promosso dall’intera amministrazione comunale ieri pomeriggio a Montenero di Bisaccia, ospitato dalla sala polivalente in piazza della Libertà, ha avuto tre meriti. Il primo quello di far affluire una moltitudine di persone tale che non ha reso piccola solo l’aula, ma tutta la piazza, in cui si è riversata la gente che non è stata contenuta nella struttura; il secondo, aver finalmente messo insieme quei progetti e quelle idee che troppo tempo hanno viaggiato sconnesse per le evidenti storture dei sistemi politici e, terzo, aver fatto tornare il Basso Molise territorio strategicamente fondamentale per lo sviluppo della regione.
Su queste basi, infatti, con l’avvio di una politica improntata all’unità istituzionale, come rimarcato ieri in serie da Nicolino D’Ascanio, Michele Iorio e Antonio Di Pietro, preceduti da un lungo excursus amministrativo del sindaco Giuseppe D’Ascenzo, che ha tirato le fila della sua amministrazione, collezionando pubblicamente e, declamandoli, i successi del buon governo montenerese, persino elogiando le scelte dell’opposizione sui temi di grande portata comunale, i vertici di Provincia, Regione e ministero delle Infrastrutture, ciascuno col proprio stile, ha dato un colpo alla divisione di una nazione, di un Molise, del territorio al centro del dibattito, rischiosissimo per gli stessi destini di geopolitica locale. Insomma, l’asse preferenziale che vedrebbe Di Pietro come ministro operare al di sopra dei colori politici è stato non solo sposato da Iorio, ma caldeggiato da D’Ascanio, tanto che ognuno ha calamitato consensi e applausi dalle centinaia di persone che componevano l’uditorio, una buona fetta della quale era il gotha amministrativo delle istituzioni ricadenti nella provincia di Campobasso, comuni e comunità montane, oltre che amministratori di società collegate e consiglieri a Palazzo Moffa.
Un vero bagno di folla. Un messaggio inequivocabile è giunto da Di Pietro, tutti sono chiamati a fare il proprio dovere per scommettere sul futuro della gente, dei figli di questa terra. E via discorrendo sono stati snocciolati i successi di una politica bipartisan: Termoli-San Vittore, Raddoppio della linea ferroviaria adriatica, Interporto di Termoli, Finanziamenti per il cratere e la ricostruzione delle case e del sistema produttivo, proroga sulla restituzione dei contributi, contratti di quartiere, fondi per l’ammodernamento delle infrastrutture diffuse, viarie e non, del dissesto idrogeologico e ambientale.
Dulcis in fundo, la scommessa autentica per il 2008, avviare la cosiddetta filiera istituzionale per lo sviluppo del territorio. Porre le condizioni per far sì che gli imprenditori veri atterrino in Molise, magari in sinergia con il vicino Abruzzo, laddove confinante, e allochino aziende capaci di guadagnare e occupare, non discapito dei contribuenti, ma facendo economia, quella ricca e propulsiva. Una cabina di regia composta da cinque ministeri: Infrastrutture (con Di Pietro coordinatore del progetto), Sviluppo economico, Economia, Ambiente e Agricoltura, tutti i settori nevralgici per un decollo vero. Un nucleo centrale che sarà corredato da tutte le istituzioni locali e che vedrà siglare nei prossimi giorni un protocollo d’intesa con le principali associazioni di categoria degli industriali, dei commercianti e degli artigiani, oltre i sindacati.
Il messaggio, viene ribadito è basta litigare e agire di comune accordo per gli interessi della collettività. Buon 2008.