TERMOLI. Taglio del nastro per il nuovo Centro di Salute Mentale diurno della Asrem d zona. Si tratta di una struttura ricavata da un’ala del vecchio ospedale ‘San Timoteo’, oggi sede degli uffici amministrativi, in via del Mulinello.
Un iter particolarmente lungo e difficoltoso in epoca di ristrettezze economiche in campo sanitario, che è giunto alla fine del suo sviluppo, grazie alla tenacia del direttore dello stesso Centro, lo psichiatra Angelo Malinconico, ma anche di ben quattro assessori regionali alla Sanità, succedutisi negli ultimi sei anni. Da Gianfranco Vitagliano a Luigi Velardi, per passare da Antonio Chieffo (visibilmente emozionato al momento del taglio del nastro), fino ad arrivare all’attuale titolare della delega, Ulisse Di Giacomo.
Il taglio del nastro dell’assessore regionale Gino Velardi
A dare l’atteso taglio di un nastro rosso, tipicamente natalizio dinanzi all’ingresso della nuova struttura terapeutica, l’assessore regionale ai Lavori Pubbici, Luigi Velardi, in rappresentanza del governatore Michele Iorio, impossibilitato a presenziare.
Significative le parole del vescovo della diocesi, Gianfranco De Luca, che dopo aver benedetto la struttura e sui operatori, ha inteso accostare quel luogo di oggettiva difficoltà esistenziale, con la capanna di Betlemme. “Se Gesù dovesse nascere oggi – ha detto il presule – verrebbe a nascere sicuramente in questo posto”.
Venendo alla struttura in sé, va detto che il nuovo Centro di Salute Mentale è incardinato su un’operatività già abbondantemente collaudata e portata innanzi nel tempo da un’equipe estremamente dinamica e innovativa. Dallo stesso leader del gruppo, appunto Angelo Malinconico, per passare agli altri psichiatri e psicologi che rispondono al nome, tanto per citarne qualcuno: Nicola D’Ermino, Immacolata Mustillo o Lucio Zurlo .
Le caratteristiche ambientazioni scelte per il Centro
Un pool di provata esperienza che, nel corso degli anni, ribaltando totalmente i canoni e gli approcci terapeutici tradizionali, ha dato vita a vari gruppi di lavoro che hanno posto al centro dell’esperienza la capacità e la possibilità degli utenti di esprimere il proprio disagio, ma soprattutto di farlo sfociare in attività espressive e creative.
Ed è proprio sulla scorta dell’esperienza maturata negli anni che Angelo Malinconico e l’intero staff, hanno impostato un percorso tutto in salita, ma tutto rivolto a quelle fasi e forme di disagio nascosto o da delineare.
“E’ una fenomenologia in costante ascesa – dirà subito dopo, nel corso un’intervista, il direttore del Centro – sia per l’eccesivo il logorio mentale e psicologico indotto dall’attuale modello di vita, sia perché è proprio la nostra attività che consente di mettere a nudo situazioni che, diversamente, non verrebbero mai a galla”.
Ma il Centro diurno di Salute Mentale rappresenta anche una delle risultanze più significative del cosiddetto, ‘decentramento della Sanità sul territorio’. Una forma di accesso al sevizio che esclude e prescinde dalla fase acuta di esclusivo appannaggio ospedaliero, per aprirsi a momenti meno problematici che possono essere trattati in strutture più agili e disponibili anche in fase non acuta della patologia.
Una delle staze utilizzate per i colloqui con i pazienti
“Uscire dall’ambito della cura ospedaliera – ha commentato il direttore generale dell’Asrem – è una prerogativa che si è resa necessaria in virtù della riforma sanitaria che, dai tagli, ha individuato nella deospedalizzazione oltre che una via di contenimento della spesa, anche la tendenza correlata al ricorso di nuove metodiche e a nuovi approcci terapeutici più snelli e, talvolta, decisamente più efficaci”.
‘La casa di Ofelia’, questo il nome che è stato dato al nuovo Centro di Salute Mentale, in omaggio al personaggio ‘shakepeariano’ dell’Otello, vittima di un improvviso accesso di follia, ha come prerogativa quella di stanare il disagio psichico; farlo emergere dai meandri della mente escludendo il vecchio criterio del ‘trattenere’, del ‘tenere dentro’, facilitando e stimolando, al contrario, una fase quasi esplosiva del proprio modo di caratterizzarsi.
Sulla scorta di ciò, tanti tra gli utenti del preesistente presidio di cura delle malattie mentali , erano stati coinvolti in attività ludiche, musicali, teatrali, pittoriche e perfino cinematografiche, che hanno messo in condizione gli attori di questo contesto curativo di trarsi dall’isolamento psicologico e pratico, recuperando pezzi del passato per proiettarli in un presente diverso, riaperto e attivo.
La folla dei presenti nei corridoi del Centro di Salute
“Andremo avanti – ha concluso il direttore del Centro, Angelo Malinconico – e lo faremo in una struttura che, a di la della fase squisitamente tecnica dovuta alla progettazione e alla realizzazione di fatto degli ambienti, gode delle idee e dei suggerimenti dell’utenza già in cura. Lo faremo pensando a Ofelia e alla visione tragica del dolore che scaturisce dal disagio”.
Dir