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giovedì 10 Luglio 2025
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TERMOLI. IL RILANCIO DELLA STORIA CONIUGATA ALL’ESIGENZA DELLA MODERNITA’. PARLA IL NEO SEGRETARIO UDC MONTANO

TERMOLI. Ci sono momenti della vota in cui i corsi e i ricorsti storici appaiono ineluttabili. Deve averla pensata così anche il dottor Alberto Montano, che dopo aver vissuto un paio di anni da assoluto protagonista della vita politica cittadina e molisana, iniziò una dispora che si è conclusa solo qualche mese fa, suggellata sabato scorso dalla elezione alla segreteria regionale dell’Udc. Scorrendo il calendario, facile notare come esattamente dieci anni dopo, la politica di centrodestra riparta, qui in loco come sul territorio regionale, da Alberto Montano. Il 30 novembre 1997 l’allora enfant prodige del Ccd divenne sindaco della città adriatica sconfiggendo al ballottaggio Maria Paola Pietropaolo, il 30 novembre 2007 torna a recitare un ruolo da protagonista nel centrismo democratico cristiano come nuovo segretario regionale dell’Udc, dopo aver sconfitto nettamente il suo omologo uscente, Teresio Di Pietro, sfiorando il 75% del consenso nella platea congressuale chiamata al voto.

Montano, cosa significa per il suo impegno politico questo successo e quali saranno le evoluzioni all’interno del partito, oltretutto, in un momento di grande fibrillazione sulla collocazione nazionale dell’Udc?

“Senza dubbio questa elezione è motivo di grande soddisfazione. Poter guidare oggi a livello regionale il partito che meglio di tutti incarna gli ideali e i valori del centro cattolico moderato rappresenta una sfida entusiasmante.E’ esaltante, infatti, poter realizzare anche nel nostro territorio un progetto che abbia come punto di riferimento il Partito Popolare europeo. Per quel che riguarda la collocazione dell’Udc, essa  è sin troppo chiara: noi siamo alternativi alla sinistra e tali rimarremo. Sull’aspetto politico interno, confermo di essere orgoglioso di aver preso parte a un congresso vero, non di plastica o cloroformizzato, come troppo spesso anche in altri ambiti è accaduto negli ultimi anni. Quando il dibattito e la critica sono espressi alla luce del sole e i possibili antagonismi trovano sbocco in una votazione democratica si è solo in presenza del meglio della politica”. 

 
Sullo scacchiere regionale, invece, come intenderà muoversi?

“L’Udc sul proscenio regionale deve imporsi come una componente non aleatoria della coalizione, ma assurgere a un ruolo di rilevanza e peso specifico pari alla sua storia, avendo spazio e voce in capitolo per incidere – sempre costruttivamente – e determinare le scelte strategiche  all’interno di un programma comune da sposare sulla linea dello sviluppo. Vogliamo affrontare le grandi questioni con il bagaglio culturale che ci compete da sempre e rivolgere uno sguardo al futuro in termini di prospettiva affrancando la politica di centrodestra dagli eccessivi personalismi e dalle posizioni egemoni di taluni alleati”.

Un suo obiettivo a breve e medio termine nella riorganizzazione della struttura partitica?

“Vorremmo partire dal recupero pieno dei rapporti politici e istituzionali con chi è impegnato attivamente negli enti locali. Raccordarsi quotidianamente con chi opera nei piccoli e nei grandi comuni del nostro territorio vuol dire poter avere a disposizione il quadro fedele di ciò che accade nella società. Bisogna da una parte recepirne le istanze in tempo reale e  dall’altra fare sintesi per  una progettualità organica sul territorio molisano che faccia sentire importanti tutte le specificità ma anche tutti motivati verso il vero grande obiettivo: la modernizzazione futura del Molise nel solco della grande tradizione del passato. Penso a un qualificante momento di sintesi, una conferenza programmatica degli amministratori locali che raccolga tutte queste risorse umane e metta al centro il futuro del Molise”.

Sui grandi temi, sanità e infrastrutture, che sono le spine nel fianco della nostra regione, quale sarà la ricetta dell’Udc?

“Sono convinto che il destino di competitività del Molise si giochi sulla determinazione con cui verranno perseguite le grandi opere strategiche, la Termoli-San Vittore, l’Interporto e l’ampliamento commerciale e turistico del porto. Sull’Interporto, ho davvero la grande preoccupazione che la vertenza si stia trasformando in una sorta di tela di Penelope, dove di notte si continua a disfare quel che il giorno si riesce, seppure a fatica, a mettere insieme. La razionalizzazione sanitaria, invece, impone cautela e passi felpati quanto mirati nel riorganizzare l’intero sistema regionale. Obiettivo conclamato non deve essere la prevalenza di provvedimenti campanilistici, ma l’individuazione e l’eliminazione degli sprechi, la valorizzazione delle punte d’eccellenza e una risposta ai fabbisogni dei cittadini più puntuale nei tempi e nella prossimità territoriale. Troppi errori sono stati commessi, anche di recente, nel tentativo clientelare di affermare interessi singoli e particolari a discapito di una programmazione regionale che rendesse il servizio sanitario davvero moderno ed efficiente. Topiche non ripetibili nella bozza di piano in discussione nelle ultime settimane. Due esempi concreti di nodi da sciogliere: le difficoltà di cui soffre il centro della Cattolica e la realizzazione del policlinico universitario. Sulla prima, si è commesso un errore strategico quando, piuttosto che far leva sulle potenzialità di una presenza prestigiosa, da accompagnare con un adeguato, progressivo e attento programma di crescita ordinata delle eccellenze mediche e chirurgiche, con una vera integrazione con le strutture sanitarie già presenti nel nostro territorio, si è preferito, invece, accelerare il processo di insediamento rischiando di doverci trovare oggi dinanzi a un bivio doloroso. E’ il caso, ora, di muoversi con intelligenza e accorta strategia progettuale per recuperare il tempo e le occasioni perse. Un canovaccio che non dovrà essere ribadito nella costruzione del rapporto tra sistema sanitario regionale e facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università del Molise. E’ opportuno che i principi di collaborazione vengano sanciti con equilibrio e lungimiranza, nell’auspicio che si evitino evoluzioni negative per il sistema sanitario regionale. Un banco di prova serio che dovrà, almeno questa volta, non trasformare una grossa chance in un grave errore di programmazione”.

Lasciamo a lei la possibilità di lanciare un messaggio al popolo dell’Udc e del centrodestra molisano.

“Agli amici dell’Udc dico che dobbiamo avvertire la grande responsabilità di essere coloro che coniugano tradizione e innovazione, storia e modernità, valori e progettualità, in un contesto territoriale in cui i democratici cristiani hanno da sempre svolto il ruolo guida, motore trainante dello sviluppo comunitario. Agli elettori moderati rivolgo un appello, affinché si abbia il coraggio di voltare pagina e ritrovarsi tutti insieme a costruire il Molise che verrà”.

emanuelebracone@termolionline.it