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venerdì 28 Marzo 2025
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COSA C’E’ DIETRO IL RAFFORZAMENTO DELLO SCUDO CROCIATO IN CONSIGLIO COMUNALE? PROVE TECNICHE DI CENTRISMO

TERMOLI. Cosa accadrà nell’opposizione di centrodestra dopo la costituzione del maxigruppo dell’Udc?

Questo pomeriggio, infatti, alle 15.30, in sala consiliare, i capigruppo della formazione democratico-cristiana, Vincenzo Aufiero, del Buon Governo, Alberto Montano (attuale segretario regionale del partito di Cesa e Casini) e Giuseppe Spezzano, fondatore e leader incontrastato dell’Alleanza per le Libertà, illustreranno in conferenza stampa le ragioni che hanno indotto gli ultimi due (rispettivamente già – tempo fa -esponenti di Forza Italia e An) a confluire sotto lo Scudo crociato. 

Per l’ex sindaco della città adriatica, a dire il vero, si tratta di un doppio ritorno, visto che nell’allora Ccd impresse la svolta alla sua carriera politica, una dozzina d’anni fa, stesso periodo in cui nella destra termolese cominciò a farsi spazio pure Spezzano.

Da sempre a braccetto, nell’altare e nella polvere, tanto da federarsi, addirittura, come gruppi monocellulari istituzionali, alla vigilia delle scorse elezioni regionali, Montano e Spezzano vedono il proprio destino legarsi sempre più a filo doppio, segno tangibile di un’amicizia, oltre che di un sodalizio politico, cresciuto progressivamente nel corso dei due ultimi lustri.

Gli elementi di maggiore interesse, tuttavia, che la conferenza pomeridiana dovranno evidenziare, alla presenza degli altri due consiglieri comunale Michele Cocomazzi e Antonio Salome,  speriamo, saranno lo spazio di manovra e gli obiettivi strategici di questa confluenza, che avviene in opposizione, quindi senza la possibilità di contrappesi amministrativi o rivendicazioni di sorta derivanti dal rafforzamento del gruppo Udc, oltretutto in un momento che vede la politica a livello nazionale una sorta di scacchiera senza punti di riferimento vincolanti e quello molisano quasi sulla via della definitiva rottura dell’alleanza di centrodestra, premesso che la Casa delle Libertà, in periferia come a Roma, di fatto, è stata sgretolata dagli ultimi eventi.

A guardare bene, però, è proprio, forse, la collocazione nella minoranza a stimolare questa aggregazione, poiché senza vincoli di mandato rispetto a un dovere civico di amministrare, come sarebbe nell’eventualità che i due fossero stati perni di una maggioranza di governo, il cui gesto avrebbe potuto creare pericolosi disequilibri; creare una sorta di laboratorio, prove tecniche che presagirebbero future iniziative e, comunque, un percorso congiunto in una potenziale prateria, visti i dissensi crescenti che montano dalle componenti antagoniste del nuovo asse Venafro-Termoli, potrebbe essere foriero di mosse, contromosse ed evoluzioni impreviste, nel bene e nel male.

Potrebbe anche darsi, difatti, che in attesa di conoscere di quale morte elettorale (per legge s’intenda) tireranno le cuoia le attuali coalizioni di centrodestra e centrosinistra, come le abbiamo conosciute tutto sommato negli ultimi tredici anni, l’Udc voglia proporsi, almeno localmente, magari in Molise, come nuovo sole attorno a cui far ruotare gli altri pianeti partitici, abbandonando l’attuale galassia e posizionandosi a distanza di sicurezza da quel buco nero rappresentato dalla riforma del sistema che si avvia a essere discussa in Parlamento.

Utopia? In uno scenario quanto mai fluido, che nemmeno nel 1993 si andava così estremizzando, i partiti più moderati potrebbero tornare a far da autentico ago della bilancia, più che nel mattarellum, con la possibilità concreta, o meglio lo spettro, che siano costole dell’Unione a correre in soccorso a Iorio in Regione, magari con sostegni esterni oppure astensioni decisive in caso di mozioni di sfiducia, azioni che vanificherebbero la richiesta di verifica politica nello schieramento regnante a Palazzo Moffa, da qui la decisione di pilotare da Termoli una virata a babordo, laddove sempre in riva all’Adriatica, nel dicembre 1997, cominciò proprio con Montano (e Spezzano ne era uno dei pretoriani più convinti) la riscossa di un centrodestra all’epoca in opposizione anche nelle amministrazioni condominiali.

Guai a registrare, ad assistere, ad analizzare e valutare questi sommovimenti interni alla minoranza come prodromici soltanto di assestamenti di caratura cittadina. Come la fisica ci insegna, ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria, se non superiore.

Ben lo sanno gli amici di Termoli Futura transitati sotto le insegne più solide e spendibili di Alleanza nazionale, così come dovrà toccare, suo malgrado, a Forza Italia, adesso, sorpassata sulla corsia di centro dell’autostrada politica adriatica dagli amati-odiati cugini moderati dell’Udc, studiare la tattica per non rimanere fanalino di coda della proposta comunale e non solo.

Post scriptum: lo Tsunami che sta travolgendo barriere e steccati che apparivano solo fino a qualche mese fa invalicabili, ha spazzato via quella ventata di associazionismo politico, unica vera novità nel panorama di centrodestra alle scorse elezioni comunali.

Termoli Futura, la stessa candidatura di Oreste Campopiano (quanto mai convinto a proporsi come rappresentante istituzionale del Nuovo Psi, pur nell’ambito del gruppo misto), Buon Governo e Alleanza per le Libertà, adieu…

Post Post scriptum: avete idea di chi fossero quei folli che additavano ai partiti come entità in via di estinzione? Come emerge da quanto riportato sopra gli unici a sciogliersi, anzi a tornare a fare massa partitica, sono coloro che avevano provato a resistervi.

emanuelebracone@termolionline.it