sabato 25 Gennaio 2025
Cerca

TERMOLI. Emergenza idrica ed uso improprio delle risorse, Confagricoltura proclama lo stato di agitazione

TERMOLI. Scarsità della disponibilità delle risorse idriche ed un uso improprio dell’acqua (insufficiente) contenuta nell’invaso del Liscione. Sono queste le motivazioni concatenate alla base della protesta di Confagricoltura Molise, una delle principali associazioni di categoria che operano sul territorio, che ha deciso di proclamare uno stato di agitazione per protestare (e ostacolare, dunque), lo sperpero delle risorse idriche finalizzato all’utilizzo poco accorto dell’acqua.

A comunicarlo è stato, in una nota diffusa agli organi di stampa, il presidente di Confagricoltura Molise, Gennaro Marinelli, che nell’ultima riunione ha trattato le problematiche che gli imprenditori agricoli della nostra regione si  trovano a contrastare con sempre maggiore difficoltà.

Sopra ogni altra questione la cosiddetta “Emergenza dell’Acqua” in Molise. Dai dati raccolti emerge che la diga del Liscione, nonostante  le precipitazioni di questo ultimo periodo, contiene solo il 25% della sua capienza massima, situazione molto più grave di quella già preoccupante di inizio 2007.

Gli imprenditori agricoli che investono ingenti somme di denaro nelle colture specializzate, non hanno poi la certezza del necessario approvvigionamento idrico, con rischio di non portare a termine la produzione agricola: 1500 ettari di barbabietola da zucchero già seminati sono a rischio,  2000 ettari di pomodoro da industria potrebbero non essere piantati e rischia persino il settore vitivinicolo, fiore all’occhiello della agricoltura molisana.

Cosa ancor più grave è che la mancanza di produzione significa anche mancanza di lavoro: sei milioni e cinquecentomila giornate lavorative perse  non sono poche per una regione sensibilmente attenta al problema dell’occupazione.

Durante l’assemblea sono state individuate le debolezze del sistema idrico molisano. La principale è sicuramente la centrale turbogas di Termoli, che con un consumo di circa 200 litri al secondo ogni anno utilizza il 5%  dell’acqua presente nella diga del Liscione (oltre a essere causa di cambiamento del microclima della zona). Altro problema è quello della centrale idroelettrica a valle della diga stessa con consumi di acqua paragonabili a quelli della centrale turbogas. 

Durante il convegno sulla “Nuova Riforma Ocm Vino” organizzata dall’Anga (Associazione Nazionale Giovani Agricoltori), l’intervento dell’Assessore regionale dell’Agricoltura è stato molto evasivo riguardo all’argomento dell’emergenza idrica. L’Assessore ha ricordato che l’utilizzo delle riserve idriche è regolato dalla legge Galli che impone prima l’uso civile, poi quello agricolo e in ultimo quello industriale. Ma allo stato attuale, con l’emergenza che si approssima sempre di più,  i consumi da parte dell’Industria non accennano a diminuire. Chi vigila tale situazione? La politica regionale sembra latitare, salvo lanciare disperati Sos quando la situazione sarà disperata, scaricando probabilmente la responsabilità della situazione alla famigerata siccità.
“Le conclusioni di Confagricoltura risultano essere direttamente proporzionali alla situazione”  – afferma il presidente regionale Gennaro Marinelli – “E’ difficile programmare coltivazioni che comportano investimenti assai onerosi per le nostre imprese senza avere la certezza di portare a termine le colture per mancanza di acqua. La nostra agricoltura è gia di per se sofferente per la congiuntura di problemi che la attanagliano, non può certo permettersi una tale catastrofe. Chiederemo un tavolo tecnico agli Assessorati competenti e investiremo del problema il Prefetto: se non dovessimo trovare risposta alle nostre istanze , di fronte a tali ingiustizie, scenderemo in piazza per far valere i nostri diritti, non saremo inerti …”