CAMPOMARINO. Da sei mesi era uscito dal carcere e si trovava nei locali del Comune del centro rivierasco bassomolisano per riscuotere l’assegno di assistenza sociale concessogli dall’amministrazione.
All’improvviso in municipio sono arrivati i Carabinieri che hanno eseguito il nuovo mandato di cattura.
L’accusa è la medesima che lo aveva portato dietro le sbarre in precedenza: ‘violenze e maltrattamenti in famiglia’. Il giudice per indagini preliminari Roberto Veneziano, questa mattina ne ha convalidato l’arresto spedendolo per la seconda volta nella sezione speciale del carcere teramano di ‘Castronio’.
“Anche negli ultimi giorni – ha dichiarato un vicino di casa – le liti erano furibonde e noi sentivamo urlare frequentemente gli adulti; mentre era possibile sentire anche il pianto dei bambini spaventati per quello che accadeva”.
Il quartiere di Campomarino teatro delle violenze
Accuse ancora una volta incredibili e infamanti che vanno dalle percosse alla moglie e ai sette figli di cui uno gravemente malato, a particolari irripetibili, come far mangiare loro l’erba o fargli bere l’acqua delle pozzanghere in strada.
“Non posso confermare queste circostanze – ha aggiunto il vicino di casa dell’uomo arrestato – ma molte persone mi hanno parlato di questi brutti episodi”.
Una strana mutevolezza di carattere da parte del muratore quarantenne che però, pare, salvo in particolari momenti di euforia, non avesse cattivi rapporti con il suo vicinato
“Non posso dire che fosse una persona scortese con noi condomini – ha concluso il coinquilino del quarantenne arrestato -. Quanto era sobrio salutava e non disdegnava di scambiare qualche parola con noi. Quando, però, beveva qualche bicchiere di troppo cambiava totalmente modo di essere e di comportarsi. Lo stesso, con tutta probabilità, accadeva anche tra le mura domestiche”.
Il Gip Veneziano lo ha rispedito in carcere ritenendo la sua condotta, ancora ua volta, inaccettabile.
Pietro Eremita