TERMOLI. Più che un consiglio comunale una vera e propria tenzone quella andata in scena ieri sera nell’aula del municipio di via Sannitica. Una seduta dai toni forti, forse anche troppo, dove il calore del pubblico, formato al 90% dai residenti delle contrade di Termoli Nord, ha fatto sì che il consesso assembleare si trasformasse in una lotta politica come ai tempi dei guelfi e dei ghibellini. Assenti i consiglieri Petrella, Montano e l’assessore Lattanzi, i lavori sono stati avviati colpevolmente con quasi 45 minuti di ritardo, complice la solita farsesca conferenza dei capigruppo che precede ogni adunanza.
Un inizio che da subito ha mostrato la tensione della serata, con in discussione la richiesta di riconoscimento della Pro Loco, tenuta in congelatore, nonostante vari passaggi in commissione, ormai da 15 mesi.
Uno sforzo congiunto, quello che ha contraddistinto elementi di maggioranza e di opposizione, capace di portare per mano, magari stringendola un po’, il presidente Laura Venittelli, di lì a pochi minuti, a concedere l’agognata formalizzazione all’associazione di promozione turistica.
Degno prologo di quanto sarebbe accaduto appresso. La mozione urgente sulla delocalizzazione di due nuovi moduli del depuratore in contrada Sinarca, ipotesi progettuale osteggiata dai residenti, corroborata da quasi 500 firme raccolte in una domenica non molto lontana e recepita dai consiglieri comunali di minoranza, in primis Di Brino, pronti a tentar di scardinare lo studio di fattibilità promosso dalla società Dondi e sollecitato dall’assessore ai Lavori Pubblici Mario Di Blasio.
Da tempo non si assisteva a una contrapposizione così netta in un’aula gremita all’inverosimile, con i cittadini pronti a contestare, anche fuori dalle righe del regolamento, una scelta che rischierebbe di condizionare il futuro sviluppo urbanistico della città.
Uno stuolo di interventi da parte del centrodestra e qualche piccata replica della maggioranza, su tutti Leone, che con spirito assai polemico ha rischiato di aizzare una folla di per sé già molto calda. Purtroppo per loro, nemmeno gli appelli dei consiglieri Coscia e Piccoli, che hanno annunciato l’astensione, sono stati accolti dal resto del consesso, e alla fine, dopo un’ora e mezza di quasi scontro, culminato con i richiami della Venittelli al pubblico e la chiosa – interrotta almeno 5 volte da Di Brino – dell’assessore Di Blasio, il voto finale è stato appannaggio del centrosinistra. Per due distinti sezioni della proposta cidiellina, 15 no, 3 astensioni e solo 11 sì.