TERMOLI. Trentasette anni, capo progetto e sviluppo della Lamborghini ‘Superleggera’; termolese doc: è Luciano De Oto.
Oggi è uno degli uomini di punta della celebre marca automobilistica sportiva assorbita dal gruppo Wolkswagen-Audi, in passato alla Minardi di Formula Uno; subito dopo a Maranello per curare l’evoluzione delle ‘rosse’ pilotate da Shumacher e Barrichello.
Una carriera fulminea dovuta unicamente al suo talento che, però, non gli ha fatto dimenticare l’esperienza scolastica vissuta nelle aule del Liceo Classico ‘Perrotta’, di cui ieri è stato ospite attesissimo, assieme all’auto sportiva della ‘casa del toro’, sua ultima cretura.
Ad attenderlo, oltre allo stesso dirigente scolastico di allora, Antonio Mucciaccio, un notevole numero di ‘liceali’ ai quali ha raccontato la gavetta e le esperienze vissute in questi ultimi quindici anni; ma ancor più l’approccio scientifico e tecnologico necessario alla realizzazione di una vettura come quella che ha portato con sé nel recinto d’istituto.
Luciano De Oto parla agli studenti del ‘Perrotta’
“Quella di progettare auto sportive è stata sempre una sana fissa – ha esordito – l’ingegner Luciano De Oto – una passione che mi porto dentro fino dall’adolescenza e che ha trovato nello studio e nel’opportunità di poterlo fare una valvola di sfogo e uno sbocco davvero imprevedibile. Da qualche anno – ha aggiunto – sono approdato alla Lamborghini e devo aggiungere che, nonostante l’acquisizione del marchio da parte del gruppo tedesco, la quasi totalità della struttura RD (research and developement) è rimasta italiana, a dimostrazione della ottima valenza dell’ingegneria nostrana”.
De Oto ha suscitato viva curiosità tra gli studenti che lo hanno accolto nell’aula magna del ‘Perrotta’, interrogandolo ripetutamente suo percorso di studi resosi necessario per la sua carriera; ancor più sui passaggi tecnici necessari per la realizzazione della vettura che – come ha ricordato lo stesso preside Mucciaccio – in una prova organizzata su una pista aeroportuale è riuscita a viaggiare a una velocità superiore a un tornado: ben 312 chilometri all’ora.
Gli studenti ascoltano interessati la storia di De Oto
“C’è una fase iniziale di studio – ha proseguito il giovane ingegnere termolese – che prevede la preparazione di un prototipo fatto con un materiale speciale in scala 1:1 (al naturale), dal quale si ricavano le linee guida per la sua forma. Dopo una serie di aggiustamenti di natura estetica e pratica l’idea primordiale viene riportata in numeri e dati che i disegnatori Cad immettono nei loro computer per definirne i parametri di costruzione delle scocche e della carrozzeria”.
Non è mancato a questo punto il ‘fervorino’ del preside, Antonio Mucciaccio, che ha insistito sulla valenza formativa dei Licei Classici che, ad onta della convinzione diffusa di essere una scuola esclusivamente votata alla cultura umanistica e letteraria, è invece in grado di costruire basi solidissime anche per coloro che scelgono successivamente un approccio così squisitamente scientifico e tecnologico.
A giorni la sua ultima creatura sarà a Ginevra
“Non c’è dubbio alcuno – ha confermato rivolgendosi agli studenti Luciano De Oto – devo molto del mio successo professionale e della mia capacità di sofferenza nello studio, proprio all’esperienza vissuta in questa scuola. Al di la della specificità degli insegnamenti questa scuola ti insegna a ragionare e a saper affrontare con logica ogni cosa. Tanti tra i miei colleghi ingegneri hanno fatto lo stesso percorso e la gran parte di essi, devo dire, vengono dal centro meridione d’Italia, a conferma delle capacità intellettive e culturali delle nostre genti”.
Una carriera davvero intensa e importante che oggi vede l’ingegner, Luciano De Oto in primissima linea nel futuro della marca automobilistica sportiva italo-tedesca, per la quale sta completando lo studio e l’evoluzione della nuova ‘Gallardo’ che a breve sarà ospite del Salone Internazionale dell’automobile di Ginevra.
“La nuova Gallardo, la cosiddetta ‘521 LT’ è già quasi al top – ha concluso De Oto -. Vederla nascere per me è stato come veder venire alla luce un figlio. E’ già presente su alcune riviste specializzate”.
L’ingegnere termolese va via a bordo della ‘Superleggera‘
Una volta fuori dall’aula magna del Liceo ‘Perrotta’, attorniato dai ragazzi, è salito sulla ‘Superleggera’ , ha dato gas al 10 cilindri, e tra lo stupore di tutti è andato via per incamminarsi verso – glielo auguriamo di cuore – verso nuovi e più brillanti traguardi di vita e di professione.
Pietro Eremita