giovedì 23 Gennaio 2025
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CROLLO JOVINE. Il ‘Comitato Vittime’ ha presentato il suo ‘libro bianco’ sugli atti processuali di 1°grado

CAMPOBASSO. “Il fatto non sussiste???”. Sembra questo l’inquietante interrogativo che trapela dal ‘libro bianco’ presentato in mattinata dal Comitato Vittime della Scuola Jovine, di San Giuliano di Puglia.

Nessuna affermazione azzardata o polemiche nelle 240 pagine dell’iniziativa editoriale, se non la raccolta pedissequa riguardante tutti gli atti salienti del processo di primo grado conclusosi con sentenza di assoluzione e relativo a quel crollo che, colposamente o incolpevolmente, ha provocato la morte di 27 scolari e de una loro maestra.

La frase pronunciata dal giudice monocratico, Laura D’Arcangelo nell’atto di leggere il dispositivo della stessa sentenza, ha dato vita a una lunga e lenta meditazione da parte dei genitori e dei parenti delle piccole vittime del terremoto, facendone scaturire una sorta di lavoro a ritroso nella collazione di quei carteggi e nella ricerca di quella verità divenuta per loro, ormai, l’unica essenza di vita.

Il tavolo dei relatori durante la presentazione del ‘libro bianco’

 “Non vogliamo un colpevole a tutti i costi – ha detto il presidente del Comitato, Antonio Morelli – vogliamo solo che gli italiani sappiano come sono andate le cose e che sia fatta giustizia, in un Paese dove ormai sembra prevalere sempre più la certezza dell’impunità”.

Morelli e i suoi, per la presentazione del volumetto, hanno chiamato a sé colui che nel primo dibattimento vesti i panni del legale di Parte Civile, l’ex presidente della Corte d’Assise di Bologna, Libero Mancuso che si è così espresso.

“Al dolore più grande, quello della perdita dei propri figli – ha detto Mancuso – per questa gente si aggiunge un altro dolore, un nuovo lutto: quello di una sentenza che non individua i responsabili e che rischia di minare la fiducia nella giustizia”.
 
Presente al tavolo anche il magistrato, Giancarlo Caselli, oggi procuratore capo del Consiglio superiore della Magistratura, il giornalista del Corriere delle Sera, Carlo Vulpio, autore di un inchiesta tematica e il collega dell’Avvenire, Pino Ciociola, da sempre vicino al Comitato e alle tesi accusatorie del procuratore della Repubblica di Larino, Nicola Magrone. Lo stesso Ciociola di recente aveva dato alle stampe un altro libro intitolato “La scuola assassina”.

In platea, un po’ in disparte com’è suo costume, lo stesso capo della Procura frentana, Nicola Magrone, pubblico accusatore degli imputati di un processo che in sede di Appello dovrebbe riproporre nuove fasi dibattimentali nel prossimo mese di ottobre.

(foto in homepage: courtesy Telemolise Campobasso)

Pietro Eremita

pietroeremita@virgilio.it