TERMOLI. Era stata progettata e realizzata sul finire degli anni ’70 con l’intento di arricchire la gamma degli i impianti sportivi da inserire all’interno del Parco Comunale: oggi è una delle immagini più squallide e malsane dell’intera città.
Venticinque metri di sviluppo (dimensioni semi-olimpioniche), piattaforma bassa, trampolino e piattaforma da 10 metri: tutto quanto necessario e sufficiente anche per avviare e far sviluppare la spettacolare disciplina dei Tuffi che, al contrario, a Termoli seguita a essere praticata pericolosamente dagli scogli o dai moli portuali.
L’immagine non ammette ombra di dubbio: è la piscina della vergogna! Un impianto che avrebbe potuto dare ulteriore lustro alla città e che invece si erge nel tortale degrado e abbandono ad habitat naturale per rane, bisce e ratti; oltre che luogo ideale per la nidificazione e il proliferare delle zanzare.
La piscina del Parco Comunale ridotta a cloaca
Lo stato in cui versa oggi rende ancora più desolante l’immagine complessiva della struttura, dove l’accumulo di acqua piovana, di detriti, sterpi e addirittura alberi secchi trascinati dal vento, ne fanno una sorta di discarica a cielo aperto, dove i miasmi e il cattivo odore rischiano di influire negativamente anche sulla fruibilità degli impianti sportivi circostanti; per non parlare del ‘Teatro Verde’, la cui ultimazione e l’imminente riapertura in vista della stagione estiva, rischia di registrare la fuga e l’abbandono forzato delle scene da parte di attori, registi, scenografi, macchinisti e truccatori e datori di luci.
Un impianto all’epoca costato centinaia di milioni delle vecchie e oggi più che mai care lire, il cui stato è francamente intollerabile, soprattutto nella considerazione del fatto che ogni giorno in più di abbandono potrà significare 100 euro in più per riportarlo alla normalità.
Per la verità, negli anni, la piscina del Parco Comunale di Termoli è stata più volte oggetto di interrogazioni e interpellanze; l’ultima, circa un anno addietro del capogruppo in Consiglio del Nuovo Psi, Oreste Campopiano che ipotizzava, peraltro, anche una gamma di soluzioni da discutere e adottare.
La struttura olimpionica destinata ai Tuffi
Le risposte furono adeguate e ben promettenti ma, alle soglie di una nuova stagione estiva, arco di tempo durante il quale la struttura potrebbe vivere una particolare auge, visto anche il contesto complessivo in cui è inserita, non un operaio; non un geometra; non una ruspa: nessun segno che possa testimoniare una qualsiasi forma di intervento.
Un destino che sembra ormai segnato. Quello di seguitare a ospitare rane, topi e zanzare, in una sorta di ‘Batracomiomachia’ da terzo millennio, dopo che l’uomo è già stato sulla luna da quasi quarant’anni e si accinge a ‘violare la privacy’ su Marte e realizzare piscine sugli altri pianeti del sistema solare.
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