TERMOLI. Bellezza, colore e profumo tra l’asfalto, la polvere e il sudicio metropolitano. Una sorta di fiore nel deserto che si staglia imponente e prepotente lungo l’ultimo tratto di Corso Nazionale. Una ‘Bouganvillea’ (probabilmente quasi secolare a giudicare dalla sua grandezza e robustezza), che rende addirittura difficoltoso l’ingresso a ‘Villa Graziani’.
Una pianta ornamentale di straordinaria bellezza che, al contrario delle tante brutture, dell’immondizia e dello sporco sparso a dismisura in ogni angolo della città, diviene oggetto di attenzione positiva e di ammirazione.
La bellissima ‘Bouganvillea’ di Casa Graziani
In decine e decine, una volta arrivati in fondo al Corso, poco distante dalla ‘Madonnina’, si fermano per ammirarla, fotografarla, per chiedere chi ne sono i fortunati proprietari: per respirare e gustare un angolo di verde meraviglioso in una città che – ci si consenta ancora – soprattutto negli ultimi tempi non brilla certamente per decoro, rispetto dell’igiene e dell’ambiente.
E allora questa splendida pianta, seppure soffocata e a rischio di morte, a causa della polvere e dei fumi del traffico, a guardarla bene sembra lanciare un messaggio forte. Un urlo disperato a chi passa e la guarda ammaliato, su come doveva essere trenta, quaranta anni fa la città adriatica. Sul valore che era dato all’estetica del bello, alle case e alle loro pertinenze.
L’angolo di Corso Nazionale dove la pianta fa capolino
Un’estetica d’altri tempi totalmente calpestata o forse ignorata negli anni, che ci pone al cospetto di quanto di più brutto si possa concepire su scala progettuale ed esecutiva. Basti pensare, riferendoci al centro di Termoli, a ciò che è stato consentito nei lustri precedenti: il ‘Grattacielo’ in Piazza Monumento; Un condominio di otto piani tra via XX settembre e via IV novembre che sovrasta indecorosamente la piazza della Stazione, precedentemente organica e ben allineata.
Interi giardini come quelli di ‘Casa Villa’, squarciati e annullati per costruire la Piazza Bega che fu, prima terminal degli autobus, oggi parcheggio per poco più di cinquanta posti.
L’immagine prepotente e colorita della ‘Bouganvillea’
Scempi inverecondi all’interno dei quali, come sempre, pare abbia albergato il potere politico; l’arroganza di pochi che, sembra, abbiano sempre avuto due, tre e anche quattro appartamenti in ognuno degli scempi architettonici perpetrati in danno dell’estetica e della città.
Qualche anziano sopravvissuto al tempo ci ha riferito che in occasione dell’approvazione del progetto riguardante il condominio di via IV novembre – via XX settembre, il funzionario responsabile dell’allora Ufficio Tecnico del Comune di Termoli, l’ingegnere Galileo Sciarretta, rassegnò le sue dimissioni, tant’era lo scempio che si stava consentendo.
E allora questa ‘bouganvillea’ è ancora lì forse per parlarci di un tempo passato; di un’epoca nella quale a Termoli si faceva turismo, forse con la ‘T minuscola’ e con poche cose e senza le sofisticazioni di oggi, ma dove la gente veniva da ogni parte d’Italia e del mondo, anche solo per gli oleandri di Piazza Monumento; per il Castello Svevo (senza la torretta dell’Aereonautica), o per una sana e gustosa pepata di cozze, come la faceva il “Z’Bass” dell’epoca.
Il cancello d’ingresso di Villa Graziani
Ognuno di noi, quando va in giro in visita, o ha la fortuna di potersi permettere una vacanza in un nuovo posto, di solito tiene a mente poche cose. Un angolo particolarmente bello e pittoresco; un monumento nei pressi del quale ci si fa fotografare; un piatto particolarmente gustoso e caratteristico.
In sostanza ricette turistiche semplici, genuine e istintive. La bouganvillea di ‘Casa Graziani’ ne potrebbe essere un esempio significativo. Siamo certi che i visitatori della città adriatica, di Termoli, ricorderanno anche questo: non solo le sagre, i finti spettacoli per le finte socializzazioni. Ricorderanno che anche nel deserto metropolitano, può vivere e sopravvivere con fierezza un fiore dal profumo e dalla bellezza immortale.
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