SESSA AURUNCA (Ce). Solo un anno e mezzo fa era una piccola chiesetta di contrada, sebbene frequentata con assiduità da parrocchiani e fedeli.
Intorno al luogo di culto intitolato a San Castrese, patrono della popolosa frazione del Comune in provincia di Caserta, (poco più di 2.000 anime), il parroco, don Carlo Fiorenza, aveva gradualmente addensato importanti e imponenti strutture ricreative, sì da richiamare in breve tempo un numero sempre crescente e sempre più motivato alla vicinanza della fede e dei sacramenti.
Gli architetti Ludovico e Santangelo con parroco e vescovo
Negli anni, i flussi e le continue adesioni da parte di giovani e meno giovani alle iniziative del parroco, hanno suggerito, se non logisticamente imposto, un ampliamento e un importante restauro conservativo della chiesa, sulla scorta di un adeguamento, capace di migliorarne la fruibilità liturgica e l’impatto estetico complessivo. Ed è proprio in questo fondamentale passaggio che, quasi per caso, entrano in ballo due architetti, uno scultore e una pittrice: tutti e quattro di Termoli. Gli architetti: Pasquale Santangelo, Ivano Ludovico, il maestro, Michele Carafa e la pittrice, Sara Pellegrini.
La facciata di San Castrese prima e dopo gli interventi effettuati
Sostanzialmente: quattro amici anche nella vita di tutti i giorni che, solo un anno e mezzo addietro, allorquando la comunità parrocchiale decideva collegialmente di compiere questo grande sforzo di intenti, assumevano l’incarico di progettare e adeguare alle nuove e crescenti esigenze, quella che era una piccola e semplice chiesetta di campagna, ma fortemente protesa verso il futuro.
Uno sforzo e un impegno stabilito e condiviso, peraltro, anche dalla superiore volontà della Cei (Conferenza Episcopale Italiana), che dette l’imprimatur, oltre a una significativa parte del sostegno economico necessario.
Il nuovo soffitto con la volta a ‘barca rovesciata’ e l’altare di Carafa
Iniziarono i primi rilievi tecnici sulla struttura preesistente, ma anche la ricognizione storica sul sito, in maniera di poter ragionare al meglio sul da farsi e rispettare preventivamente anche i fatti del passato, le tradizioni, le credenze legate al santo titolare del luogo di culto. Un’azione che l’intera equipe tecnico-artistica ha vissuto sempre contornata da un’ansia crescente e palpitate da parte della comunità parrocchiale, mai assente, supina o esclusa da ciò che andava sviluppandosi e sempre pronta a garantire una fattiva opera di collaborazione, al cospetto delle molteplici evenienze e difficoltà incontrate durante il difficile e laborioso percorso.
Alla fine, solo qualche giorno fa, l’aspettativa della popolazione; dei devoti a San Castrese, ma delle stesse autorità, civili, militari e religiose: nei commenti, nelle espressioni, e negli sguardi ammirati e percettibili in ogni angolo della piazza, ha vissuto la sua apoteosi: la sua fase di consacrazione definitiva e di totale appagamento, per ciò che era stato portato a termine con l’impegno e il grosso sacrificio di tutti.
Il Cristo su legno dipinto da Sara Pellegrini
Lo ha detto con estrema enfasi il primo cittadino di Sessa Aurunca e di San Castrese, Luciano Di Meo; lo ha confermato con accenti accorati, densi di significato mistico e religioso, anche il vescovo della diocesi, Antonio Napoletano; e lo hanno riferito, anche se in via ovviamente riservata, i tutori dell’ordine tra i quali il vice comandante la Compagnia Carabinieri dei Sessa Aurunca, il tenente, Fabio Truddaiu.
V’è da dire, ad onor del vero, che gli architetti Santangelo e Ludovico, oltre al maestro Carafa e alla pittrice Pellegrini, hanno avuto dalla loro anche importanti collaborazioni ed apporti, quali sono stete quelle prestate dall’ingegnere Gianluigi Gaetani, che ha diretto i lavori, ma anche quelle di altri tecnici del posto, sempre attenti a ché l’opera potesse essere portata a termine al meglio e con lo spirito giusto.
Ivano Ludovico e Pasquale Santangelo alla consegna dei lavori
Un’intera facciata totalmente riprogettata e rinnovata; una volta a forma di carena navale rovesciata, a simboleggiare il cammino nell’immenso mare della fede. Una pavimentazione ridisegnata e totalmente riscaldata dal basso. Pulpito e fonte battesimale realizzati in marmo da Carafa, così come il nuovo portale guarnito con bassorilievi in bronzo, con la zona presbiteriale in legno dipinta da Sara Pellegrini.
Uno sforzo progettuale sinergico per i quattro professionisti di Termoli, peraltro non nuovi a esperienze progettuali e realizzative in campo ecclesiastico (si ricorderà, ad esempio, la nuova parrocchia di Campomarino Alto), che conferma il senso pieno della loro ispirazione e della capacità etologica, oltre che della loro versatilità nel campo specifco
Significative e pregne di fede le parole che il progettista, Pasquale Santangelo, anche a nome dei suoi tre compagni d’avventura ‘termolesi’, ha voluto rivolgere al presule, Antonio Napoletano, dopo aver descritto modalità e significati attorno ai quali hanno ruotato le scelte relative all’intero intervento di restauro: “Oggi, eccellenza dopo circa un anno e mezzo di chiusura al culto – ha detto non senza evidente emozione il tecnico – le riconsegno la chiesa parrocchiale di San Castrese, affinché possa tornare ad essere luogo privilegiato della presenza di Cristo tra gli uomini”.
Nexus