TERMOLI. Sono abituato a sentirmi dire che scrivo in maniera puntuale e in forma chiara; ma di tanto in tanto, soprattutto se necessario, ritengo possa essere utile scrivere un articolo di m….!
Troppe sono, e sono state, le sollecitazioni da parte dei nostri lettori e dei cittadini di Termoli che ci invitano a intervenire come organo di stampa e, se possibile, renderci parte dirigente di un altro grave problema che questa volta, però, si incardina e si incarna del solo grado di civiltà dei cittadini stessi.
Sul fare della primavera il sindaco di Termoli aveva emesso una giusta ordinanza, mediante la quale era fatto obbligo ai possessori di cani o di altri animali domestici, di munirsi dell’apposita paletta e dell’altrettanto apposita busta dove riporre gli escrementi degli stessi animali, una volta esercitato il sacrosanto e fisiologico diritto alla deiezione.
Sulle prime qualche cittadino non ha esitato a dare seguito civile alla prescrizione sindacale; ma è bastato solo qualche mese per vedere in ogni angolo della città adriatica lastricato da qualunque tipo di residuo organico, sia liquido che solido, peraltro non ancora rimosso ed essiccato al sole cocente di questo luglio.
Note, ormai, le cause nel ritardo di una sacrosanta quanto necessaria ‘toletta’ alla città, sarà il caso di affrontare il problema in maniera, direi alternativa, al solo scopo di non vedere più costretta la gente a compiere veri e propri ‘percorsi di guerra’ da addestramento reclute, in una sorta di ‘campo minato’ degli escrementi.
L’ordinanza è semplice e parla molto chiaro, pressappoco così: “…I possessori di cani o di altri animali domestici che portano in giro gli stessi per l’espletamento dei loro bisogni corporali, devono munirsi di paletta e busta recipiente, per rimuovere e recuperare le deiezioni eventualmente rilasciate in zone di calpestio, o comunque in ambiti aperti e frequentati dal pubblico, pena la contestazione e il pagamento delle sanzioni previste”.
A questo punto, al di là del grado di civismo e del rispetto che ognuno potrà o vorrà avere dell’ordinanza del sindaco, vale la pena di ricordare che: per contestare un fatto di qualsivoglia natura, si rende necessaria la presenza e l’attività di chi è deputato ad applicare e far rispettare una qualunque ordinanza, emanata da autorità competente.
Certo non è pensabile mettere alle costole di ogni possessore di cane o altro animale, un vigile urbano, un poliziotto o un carabiniere di quartiere. Così come non sarebbe possibile interrogare preventivamente il cittadino portatore di animali a passeggio, se ha con sé il corredo necessario per quel tipo di occorrenza, in quanto lo stesso cittadino sarebbe sottoposto a una sorta di ‘perquisizione personale’ o di ‘processo alle intenzioni’, non proprio compatibile con il nostro ordinamento giudiziario: giustamente garantista.
E allora come si fa? Cosa possono fare gli accertatori per rendere efficace e più rispettata l’ordinanza del primo cittadino?
Sarebbe interessante, ad esempio, verificare presso il locale Comando della Polizia Municipale quante contravvenzioni sono state fin qui elevate per mancato rispetto dellella specifica prescrizione, ed eventualmente, quale è stato l’effetto deterrente degli atti sanzionatori stessi, semmai effettuati.
In questo periodo, ed è comprensibile, i Vigili Urbani e il loro dirigente hanno ben altro da pensare e da fare, giustamente impegnati come sono a dirimere i gravi problemi legati al traffico veicolare e ai parcheggi che sono sempre drammaticamente e inesorabilmente pochi. Un ‘giro di vite’, tuttavia, sarebbe auspicabile e necessario, perché andare a passeggio in città e diventato praticamente impossibile senza se si ritiene di poter attraversare ‘indenne’ una cantonata; un’aiuola o uno dei tanti marciapiedi, abbondantemente cosparsi e arricchiti da ‘concime naturale’.
Da sempre è noto che una certa sostanza non proprio profumata porta fortuna; ma in città questa ipotetica quento misteriosa portatrice di fortuna: è davvero troppa…
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