TERMOLI. “E’ una protesta pacifica”. Così si presentano i pescatori che, da ieri, hanno allestito un presidio all’ingresso del molo nord per far sentire la loro voce sul problema del caro gasolio che continua a penalizzare l’intera categoria. L’avevano preannunciato: torniamo in mare per la nostra città perché il settore ittico è fiore all’occhiello di questa realtà ma, se alle promesse non seguiranno fatti concreti, si tornerà ad incrociare le braccia.
E così è stato. Il gasolio arriva a 83 centesimi e loro danno il via a una nuova protesta. “Al momento – continua uno dei più giovani, classe ‘81 – abbiamo solo fatto ritardare la partenza per le Isole Tremiti ma, altri due giorni di fame e si salvi chi può”.
Non sono certo abbattuti anzi, confidano nei colleghi di Manfredonia e Molfetta che stanno portando avanti la battaglia al caro gasolio e sperano che anche il comparto abruzzese si unisca alla mobilitazione. Al momento, si accontentano di dire la loro, di creare qualche piccolo disagio allo scarico delle merci e, di obbligare i turisti a lasciare le macchine a un 500 metri dall’imbarco per le isole Tremiti ma, non nascondono il disagio per il settore che, continuando di questo passo, in una piccola realtà come Termoli, potrebbe sparire. “E’ inutile andare per mare, non rientriamo con le spese – incalza uno dei presenti – Non chiediamo che un po’ di collaborazione, e che ci siano le condizioni per poter lavorare”.
Nelle pomeriggio, attorno alle 17, ci sarà un incontro col Sindaco “Cosa può fare per noi –commentano – certo, sarà solidale ma la situazione è ben più grande e complessa. Può solo essere il nostro portavoce tra le istituzioni’.
Nel gazebo allestito, a turno, sono presenti un po’ tutti: veterani, giovani e simpatizzanti. Tra bicchieri di acqua e tè, si scambiano idee e consigli per cercare di capire come agire per arrivare a concretizzare la loro protesta. A sorpresa, anche un collega con la gamba fasciata che, nonostante il disagio, a deciso di partecipare attivamente alla pretesta.
Al momento, l’area è presidiata dalla capitaneria di porto, dalla polizia e dalla guardia di finanza che sorvegliano ciò che sta avvenendo. E’ certo un momento difficile per la marineria termolese che tenta di sensibilizzare la cittadinanza nella speranza che il gasolio scenda a 40 centesimi.
Ora, si aspetta che venga al più presto organizzato un tavolo di concertazione tra chi ha ‘il potere’, sottolineano, di decidere il destino dell’intera categoria categoria.