TERMOLI. Non c’è proprio più religione. Non si capisce bene se è diventata una moda improvvisa, ma nella città adriatica non passa giorno che non ci sia qualcuno (cittadini o categorie del lavoro e delle professioni), che protesta.
Non va bene il contenimento delle emissioni acustiche a notte inoltrata; non vanno bene le rivoluzioni sperimentali del traffico; non va bene il ritardo nella messa a punto di un piano di rispetto e di recupero del decoro e dell’arredo urbano; non va bene la disciplina che ha ridotto e talvolta cancellato la possibilità di sistemate tavoli e sedie davanti ai locali pubblici, perché pericoloso; non va bene il degrado del Parco Comunale; non va bene niente a nessuno.
Non è andata bene neanche l’attesa rinfrescata! Tutti se la prendono con il sindaco e con la sua squadra, come se perfino il caldo o il freddo dipendessero da lui.
“Piove: governo ladro!” – si apostrofava un tempo -. Per la verità, per ora non è piovuto nemmeno tanto; ma al centralino della nostra redazione, piove copiosamente e tutti i giorni.
Uno scorcio della ‘storica’, oggi angusta Via Mario MiIano
Oggi si sono fatti vivi, tanto per cambiare musica, gli esercenti dei locali pubblici di via Mario Milano. Una strada storica di Termoli, il vecchio sentiero di ritorno dalla ‘Spiaggia di Sant’Antonio’, che solo qualche lustro addietro era un autentico formicaio nelle prime ore delle mattine d’estate e nel tardo pomeriggio.
Centinaia, migliaia di persone, per lo più pendolari: i cosiddetti ‘bagnanti di Montorio’ (espressione dal sapore ‘razzis-leghista’ che i termolesi affibbiavano a coloro che venivano al mare dai paesi medio collinari, ndr.), spaccavano obbligatoriamente, in lungo e in largo, quella strada, una volta ricca di negozi; bar; pizzerie al taglio e venditori di cocco e banane. In molti si fermavano; sedevano e si dissetavano dinanzi ai vari bar e negozi di frutta, dopo aver rimontato a fatica il ‘salitone’ del Panfilo.
Bar e locali pubblici che non possono disporre sedie e tavolini
Ai nostri giorni non accade più e, comunque, non è più possibile farlo. Un po’ perché passa pochissima gente in direzione della Stazione Ferroviaria; ma soprattutto perché gli esercenti dei pochi bar e pizzerie rimasti non possono più disporre tavoli e sedie dinanzi ai loro locali, perché questa pratica è ritenuta pericolosa.
Non v’è dubbio che lo sia; ma è altrettanto indubbio che lo stesso tipo di rischio o di pericolo possa essere ravvisato anche in altre zone o strade della città, dove tavoli e sedie (autorizzati o non), sono in bella vista.
E allora si sono ‘incazzati’ anche i titolari degli esercizi di Via Mario Milano; e lo sono tanto di più perché qualcuno sarebbe già stato sanzionato, dopo aver pagato la tassa per l’occupazione del suolo pubblico presso l’Aipa. Si sarebbero visti prima redarguire energicamente, poi multare dai preposti al controllo.
“Ma come – afferma uno di essi sventolando animatamente il cedolino dell’avvenuto pagamento degli oneri previsti – prima ci fanno pagare e poi ci dicono in Comune che è pericoloso e che non di possono mettere sedie e tavolini fuori dai locali. I nostri saranno anche pericolosi: quelli di Corso Fratelli Brigida o di Piazza Sant’Antonio: non lo sono?”.
Insomma: su tutte le furie anche loro. Loro che davanti ai propri esercizi hanno anche le due file di parcheggi che, di per sé, potrebbero rappresentare una cortina di maggiore sicurezza rispetto a tante altre ‘postazioni’ pure consentine e, pare, non sanzionate.
I parcheggi potrebbero fungere da barriera salvagente
Protestano senza ritegno proprio tutti e ci chiediamo se non sia il caso di riappropriarsi una volta e per tutte di un po’ di quel salutare rispetto per l’istituzione; di quel senso civico che ci convinca di come non può filare sempre tutto liscio, soprattutto in estate.
Ci chiediamo se non sia il caso di renderci conto, finalmente e tutti, che soprattutto in questo periodo, non sia di vitale importanza la pulizia e il decoro estetico della città; il facile reperimento dei parcheggi; la scorrevolezza del traffico; la possibilità da parte dei commercianti e degli esercenti la ristorazione di ampliare le loro opportunità di lavoro e di guadagno; come non sia affatto necessario attardarsi o fare le ore piccole a tutti i costi; o chissà cos’altro.
Smettiamola di crocifiggere il primo cittadino e la sua squadra (pare a corto di ‘tredicesimi’): quello che oggi appare orrido e iniquo, domani assurgerà a metodologia collaudata e conclamata: infatti si incazzeranno ancora tutti. Popolo Bue!
Nexus