TERMOLI. La vicenda dell’ambulante extracomunitario è balzata alla cronaca dei maggiori quotidiani nazionali eppure, al mercato del martedì, dietro via Martiri della Resistenza, sono in pochi ad essere a conoscenza dello spiacevole episodio smentito, dalla stessa vittima, ieri notte presso il comando di polizia municipale di Termoli.
Versioni contrastanti hanno visto Abdul Zainal prima vittima del sopruso di chi indossa una divisa poi, martire di una situazione ingigantita da diversi cittadini che, testimoni dell’accaduto, hanno filmato e fotografato la scena inviando il materiale ad alcune redazioni locali.
Abdul ha così dichiarato di non esser mai stato menato, né tantomeno chiuso nel bagagliaio dell’automobile di servizio della Polizia Municipale. E’ semplicemente scivolato sulla strada mentre cercava di sfuggire al controllo degli agenti ed ha iniziato ad urlare e chiedere aiuto quando questi hanno preteso l’esibizione dei documenti.
“Non avevo dubbi. Non ero presente ma conosco bene uno dei vigili che sono intervenuti e non è una persona che arriverebbe a tanto”; si lascia scappare uno dei pochi ambulanti che è a conoscenza del fatto ma vacilla nel rilasciare dichiarazioni o commentare la questione. Sorride, evita di esprimersi a riguardo poi, si guarda attorno, fa una battuta “Vede, accanto a me ho una bancarella di cinesi, io però vendo solo il made in Italy, l’intimo di qualità – e continua – in fondo alla via, e per le traverse laterali, ce ne sono molte altre. Non ho problemi, entrambi lavoriamo e paghiamo le tasse cercando di sbarcare alla meglio il lunario. C’è sempre posto per chi vuole lavorare ma bisogna rispettare delle regole altrimenti a rimetterci è l’onesto cittadino. Io pago l’Inps, il ragioniere e ho altre mille spese che mi comporta questo mestiere, e loro? Niente. Arrivano, si siedono e vendono. Bella la vita così, senza problemi e senza scadenze. Questo mestiere lo faccio da quarant’anni, a breve andrò in pensione e ne ho viste di cose e persone che non vanno – concludendo – Quei vigili non hanno fatto niente di tutto quello che è stato scritto. Anche se non mi sono simpatici è giusto dire le cose come stanno”.
Ignari dell’accaduto anche i numerosi ambulanti marocchini che approfittano dell’argomento per sottolineare le ingiustizie alle quali sono, puntualmente, esposti: “ Vivo qui da 22 anni e faccio questo mestiere da 20 – spiega uno di loro – non so niente di quello che è accaduto e non so che dirle però non voglio che si faccia di tutta l’erba un fascio. Io e la mia famiglia lavoriamo onestamente, paghiamo il suolo pubblico nove euro ogni martedì e non condividiamo la scelta di molti nostri connazionali, o comunque extracomunitari, che arrivano e si piazzano dove meglio credono senza rispettare le regole. Qui al mercato di Termoli è tutto tranquillo e sotto controllo. Non ci sono stati mai problemi ma già nella vicina Campomarino Lido le cose sono diverse – alza un po’ il tono di voce e continua – Gli abusivi aumentano anno dopo anno e nessuno dice niente. A rimetterci siamo noi che paghiamo le tasse. Non va bene. Io lavoro e pago quindi voglio quello che mi spetta – sottolineando – sono qui da anni eppure non mi è permesso allungare di qualche metro la mia bancarella mentre ai nuovi, forse perché hanno le giuste conoscenze, è riservato un altro tipo di trattamento”.
Tra una bancarella è l’altra, non si chiacchiera del singolo episodio che ha visto protagonista Abdul ma bensì del problema degli abusivi. Così cinesi, senegalesi, termolesi e molti altri convivono tra loro condividendo le preoccupazioni di un mestiere che, non sempre, viene salvaguardato da chi di dovere.
mabi