lunedì 13 Gennaio 2025
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86enne imprenditore s’incatena davanti al Consiglio regionale

CAMPOBASSO. Si è incatenato ancora una volta Antonio Cappussi, l’imprenditore disperato che sta tentando di evitare il fallimento di cinque ditte, cinque famiglie sul lastrico, rivendicando il pagamento di 26 strade realizzate per la Regione Molise, collaudate, aperte al pubblico transito, utilizzate ogni giorno da decine e decine di persone, e mai pagate a chi le ha costruite.  Cappussi non solo si è incatenato nel corso dell’ultimo Consiglio Regionale, ma ha promesso di continuare ad incatenarsi per le prossime udienze, ad infinitum, finché il Consiglio, o la Giunta, non si saranno impegnati concretamente per la risoluzione della problematica. Ai consiglieri, agli assessori, ai Presidenti della Giunta e del Consiglio, ha dunque indirizzato una garbata missiva.

 

Gent.mo Consigliere della Regione Molise,
mi rivolgo alla tua coscienza, all’etica, al senso di responsabilità, alla dignità del ruolo che ricopri come rappresentante dei cittadini in seno alle istituzioni democratiche.

Ho 86 anni, reduce da tre ictus, e per tutta una vita ho conosciuto solo il lavoro, l’onestà, il rispetto. Sono alla disperazione, costretto, oggi, a chiederti di non esimerti dalle tue responsabilità, a restituire dignità e speranza, fiducia nelle istituzioni e nelle regole della società civile,  ad un uomo che ha percorso la parabola della propria vita, con grande sacrificio, ma anche con tanta forza e caparbietà.

Fingere di non sapere, tirarsi indietro, scegliere la via facile, la via larga, quella di cui parla il Vangelo, equivale ad avallare una profonda ingiustizia che ha fiaccato completamente me e la mia famiglia; una famiglia distrutta, l’ombra del fallimento che incombe sui miei figli e sui miei nipoti.

Come titolare di una impresa artigiana ho costruito, assieme ai miei figli, 26 strade, dico 26, munite di tutti i certificati, (Verbale di Accertamento Preventivo, Verbale di Inizio e di Ultimazione lavori, Collaudo, Delibera di Assunzione Oneri di Manutenzione da parte del Comune competente) che non mi sono state mai liquidate dalla Regione Molise, per un totale di 60 chilometri. Pensa un po’ che valore possa rappresentare questa cifra in una regione piccola come la nostra, e pensa che peso può essere stato per un privato, un cittadino, anticipare il danaro per la realizzazione di queste 26 strade, per poi di nuovo integrare con altri soldi per portarle a collaudo su richiesta del Commissario ad Acta!!
Ma andiamo per ordine.

La Regione Molise, con Delibera n.152 del 20 marzo 1990, ha approvato la proposta operativa per l’attuazione del P.R.S. (Piano Regionale di Sviluppo) con l’indicazione delle strade e degli acquedotti rurali da finanziare, tra cui le 26 strade realizzate da me.

All’epoca era prassi consolidata, come ha ribadito la Magistratura, avviare i lavori subito dopo l’avvenuto accertamento preventivo da parte dei funzionari regionali. Si attendeva il sopralluogo di accertamento preventivo da parte dei funzionari regionali, che davano l’OK, e si partiva subito dopo con i lavori, di modo che le strade potessero essere ultimate prima della cattiva stagione, consentendo agli agricoltori e agli allevatori di utilizzarle per le normali attività agricole, che non potevano attendere certo i tempi della burocrazia. La questione è stata sviscerata dall’Avvocatura Distrettuale dello Stato di Campobasso, con nota prot. N. 927 e C.S. n. 26/97 del 27 febbraio 1997 a firma dell’avvocato distrettuale Michele Marra, che ha rilevato che non è di ostacolo al giusto pagamento il fatto che le opere siano state realizzate prima del decreto di concessione (ma comunque dopo l’accertamento preventivo da parte dei tecnici/funzionari dell’Assessorato e il successivo inserimento nel programma di finanziamento);
D’altra parte il Settore per gli Affari Legislativi e Giuridici della Regione Molise, con nota n. 6072 del 11 marzo 1996 a firma del dott. Proc. Giovanni Di Renzo, assunta a protocollo n.8293 dell’Assessorato all’Agricoltura e Foreste, si è espresso in questa direzione specificando che “si tratta di opere aventi tutti i requisiti per il finanziamento, che risultano accertate e per cui l’avvenuta realizzazione non può costituire, di per sé, una causa ostativa al finanziamento”.

Tant’è che nelle Delibere della Giunta Regionale: dal N. 5604 al 5622 del 31 dicembre 1996,  dal N. 49 alla N. 60 del 13 gennaio 1997 e N.606 del 25 febbraio 1997,  si precisa che l’accertamento preventivo era stato fatto con esito positivo, nel senso che tutti i requisiti erano stati soddisfatti e che, per carenza della disponibilità finanziaria, non era stato possibile concludere l’iter istruttorio con l’emissione dell’atto formale di concessione del contributo e che pertanto la pratica era rimasta sospesa e non rigettata.
Insomma, sarebbero finiti i fondi e la Regione ha usufruito gratis di 60 chilometri di strade!
Però quei fondi non dovevano finire, perché erano finalizzati alla realizzazione delle strade interpoderali, e venivano fuori dalla somma degli accertamenti effettuati dall’Assessorato.
Sempre per non farla lunga, ti dico che il Tar, con sentenza n.54 del 20 gennaio 1999 ha nominato il Commissario ad Acta che, a seguito di sopralluogo, ha disposto l’esecuzione dei lavori necessari per ripristinare la transitabilità delle prime dieci strade che erano rimaste in stato di totale abbandono da quasi un decennio, ha effettuato i collaudi con esito positivo, alla presenza del Presidente della Società Semplice di riferimento per ognuna delle strade, del Sindaco o suo delegato del Comune in cui la strada ricadeva, del progettista e direttore dei lavori, del titolare dell’impresa costruttrice. Il Commissario ad Acta, ha emesso le Delibere dalla n.1 alla n.10 del 7 ottobre 1999, che contengono gli estremi per la liquidazione delle opere collaudate.

Ho voluto partire da tali premesse, semplicemente per tracciare un quadro sintetico della vicenda, ma quello che ti chiedo oggi esula da tutto questo.

Il Consiglio non deve andare a verificare, studiare, rivedere, considerare.
Come Consigliere della Regione Molise devi capire che, al di là di ogni possibile argomentazione, la Regione Molise, i Comuni di Bojano, Busso, Campomarino, Casalciprano, Larino, Macchia Valfortore, Morrone del Sannio, Pietracatella, San Massimo e San Martino in Pensilis, nonché i comuni limitrofi, le corrispondenti Comunità Montane e tutti i cittadini della regione usufruiscono ogni giorno delle infrastrutture realizzate da me, strade che consentono, in molti casi, di risparmiare anche oltre dieci chilometri per raggiungere il capoluogo di regione;

Il rifinanziamento del Programma di Sviluppo 1994-1999, limitatamente alle 26 strade non liquidate, consentirebbe di sanare una grossa ingiustizia, eviterebbe il fallimento di cinque ditte, cinque famiglie sull’orlo del baratro, che stanno per finire sul lastrico per aver anticipato il danaro necessario a realizzare quelle strade e per averne anticipato altro per adempiere alle richieste del Commissario ad Acta.

Ti chiedo di non caricare la tua coscienza di una tragedia del genere, di non esimerti dalle tue responsabilità, di camminare a testa alta, quando esci dall’aula consiliare, perché devi sapere che, non solo ho costruito 26 strade con i miei soldi, anzi con quelli dello scoperto bancario, che sto pagando con interessi da strozzini, ma ho dovuto rifondere un altro miliardo delle vecchie lire per far collaudare quelle stesse strade dal Commissario nominato dal Tar Molise.

A 86 anni non ho più nulla da perdere, oltre a tutto quello che rischio di perdere, cioè il frutto di una vita di sacrifici, l’angoscia di vedere la mia famiglia, i miei figli, i miei nipoti, finire in mezzo ad una strada. Dunque sarò il faro della tua coscienza, ti sarò al fianco, sarò davanti al Consiglio Regionale, ogni volta che viene convocata l’assise, a ricordarti quel peso sulla coscienza.
E non dirmi di aspettare i tempi della politica, perché a 86 anni di tempo non ce n’è più. Quelle strade le ho costruite io con il mio sudore, con i soldi che le banche mi hanno venduto a caro prezzo, e userò le ultime forze che mi sono rimaste per andarle a chiudere, per chiudere gli accessi ai fondi, alle masserie, alle stalle e alle rimesse agricole, bloccando l’attività di agricoltori e allevatori, fermando automobilisti e conducenti di mezzi pesanti, per grattare via quel pietrisco, quel cemento dei cavalcafossi e dei tombini, quel bitume che gronda il mio sangue.

Ti prego, non ricorrere ad argomentazioni, ragionamenti, dissertazioni filosofiche, non immaginare rinvii, non tacitarti la coscienza con i pareri di questo o di quell’altro. Quelle strade costituiscono un indebito arricchimento per la Regione Molise, per i Comuni di competenza, per tutti noi. Vanno pagate a chi le ha realizzate mettendole a disposizione della collettività.
Perché il Commissario ad Acta ha fatto proprio questo, nel collaudare le strade ne ha consentito l’apertura al pubblico transito, e dall’epoca sono state percorse da centinaia di veicoli; che è come se centinaia di veicoli fossero passati sulle mie povere, fragili ossa.

Cosa ti chiedo?
Semplice. Devi portare in aula, discutere, approvare con urgenza un ordine del giorno che impegni il Consiglio Regionale a rifinanziare, con procedura d’urgenza, il programma Operativo ’94-’99 relativamente alle 26 strade realizzate da me, aperte al pubblico transito e mai liquidate.
Non c’è tempo, perché ho 86 anni, e perché il Giudice per l’Esecuzione Immobiliare e il Tribunale Fallimentare, incombono sul destino della mia famiglia.
Sarò davanti alla sede del Consiglio Regionale in concomitanza di ogni seduta, per ricordarti che la morte e la malattia sono dietro l’angolo, per tutti noi, prima o poi.
Per ricordarti che 60 chilometri di strade del Molise sono state incorporate nel patrimonio pubblico, ma appartengono a chi le ha realizzate con i propri soldi.
Per ricordarti che è indegno di una società civile che un uomo di 86 anni debba incatenarsi per essere ascoltato e vedere riconosciuti i propri diritti.
Per ricordarti che 5 imprese rischiano di fallire, che cinque famiglie rischiano di finire in mezzo ad una strada, prive dei più elementari mezzi di sostentamento.
Per ricordarti che ho dovuto rifondere un altro miliardo per adempiere ad una richiesta del Commissario ad Acta.
Per ricordarti che era stata avanzata una proposta di transazione, scaturita da una audizione del sottoscritto da parte della precedente Giunta Regionale, alla presenza del mio legale e che poi di quella proposta non si è saputo più nulla.
Per ricordarti che quelle strade esistono, sono percorse tutti i giorni da decine e decine di persone, e devono essere pagate attraverso il rifinanziamento di quel programma.

Non aver timore, non nasconderti dietro i “se” e i “ma”: quando si è nel giusto, quando si opera secondo coscienza, si può guardare con speranza al futuro, a testa alta, fissando negli occhi la Vita.
Sono convinto che dopo, tornerai a casa dai tuoi cari, dai tuoi figli, dai tuoi nipoti, con il cuore più leggero.

V/Bem