sabato 25 Gennaio 2025
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Crisi in comune, Rifondazione parte all’attacco del Pd

TERMOLI. A turno, i vari gruppi consiliari  e partiti che compongono la maggioranza di centrosinistra al comune di Termoli hanno adottato e stanno ancora adottando la strategia dell’accerchiamento e dell’isolamento verso il Partito democratico. Sommessamente l’Udeur, più incisivi nella critica Italia dei Valori e Rifondazione comunista, alleati ma non troppo del Pd, la cui nascita avrebbe a loro dire innescato la crisi politica persistente da mesi a palazzo di città. E proprio il circolo adriatico del Prc ad ammonire come origine dei mali l’avvento dei veltroniani, che per loro ha marcato il punto di rottura della concezione dell’impegno politico nella nostra società, a tutti i livelli,  facendolo scadere in ottiche istituzionaliste e individualistiche.

“Il mercimonio ed il trasformismo politico degli eletti, a cui assistiamo da tempo anche nel nostro Molise (vedi le ultime vicende provinciali e regionali) che caratterizzano gli scontri tra le varie ‘cordate’ del Partito Democratico, sono elementi concreti e indicativi di quanto sia, nella forma e nella sostanza, degenerata l’idea nobile della politica fatta di idealità, al servizio degli interessi e dei bisogni dei cittadini”, denunciano dalla cosiddetta sinistra radicale.

“La travagliata vicende del Nucleo Industriale di Termoli, in cui PD e PDL nei fatti cogestivano  “d’amore e d’accordo” -con l’assordante silenzio dei propri vertici politici- quell’ambito, sono esempi lampanti dell’assimilazione di questo processo di omogeneizzazione sbandierato dalla cosiddetta “nuova politica”, dove il cittadino, in ultima analisi, viene ridotto nella misera condizione di dover scegliere tra i rovesci della stessa medaglia,  dunque, senza alternativa. Tutto, infatti, è spudoratamente teso alla soddisfazione degli interessi di una “casta” di affaristi della politica e non certo del popolo che li ha eletti, ridotto a mero comitato elettorale. Una lobby politica intenta solo a preservare il proprio dominio e a occupare, con logiche trasversali e privatistiche, tutti gli ambiti istituzionali e politico-economici, con un imbarazzante annullamento di valori e di idealità, questi ultimi percepiti come retaggio di una concezione scaduta del far politica dei vecchi partiti.

Questo sarebbe, dunque, il nuovo che avanza!

Per il PRC la condivisione dei contenuti dell’azione programmatica è dirimente per il sostegno e la condivisione di responsabilità di governo, a qualsiasi livello.
L’amministrazione di Termoli è precipitata, ormai da un anno, in una situazione di stallo gravissima, consequenziale ad una crisi irresolubile e a tratti delirante, disinteressata ai contenuti programmatici e agli interessi pubblici, ma ingenerata da logiche eterodirette e trasversali, insite nelle lotte intestine per l’egemonia del Partito Democratico locale -che peraltro a Termoli non è mai nato ed è rimasto diviso in “orticelli”!-
Gli effetti e il peso di questa crisi ricadono, oggi, essenzialmente sulle teste dei cittadini.

Il PRC Termolese aveva da subito criticato la “verifica di palazzo” di Termoli, intrapresa dal Sindaco e dai capigruppo consiliari, giudicandola superficiale e inutile a qualsiasi risoluzione. Gli artefici di questa crisi oltre alla inadeguatezza politica e comunicativa, rivelavano un esclusivo interesse alle  logiche spartitorie del potere. Tranne isolate eccezioni, infatti, non è mai emersa da parte della rappresentanza istituzionale la  volontà di operare una seria verifica programmatica per riquadrare le priorità e rilanciare effettivamente l’azione amministrativa.

Per il PRC, una seria verifica doveva partire innanzitutto dal coinvolgimento delle forze politiche e dalla riapertura del tavolo dei Partiti.
Il tavolo dei Partiti, infatti, che aveva elaborato il programma e operato la scelta del candidato a capo della coalizione termolese -che ha poi avuto il consenso dei cittadini a governare- è l’unico consesso titolato a tentare di dirimere la crisi e ricercare soluzioni.  Per il PRC gli eletti rappresentano solo l’espressione istituzionale al servizio di questo progetto politico, non il contrario.
Il rispetto dei programmi e delle maggioranze politiche scaturite dal responso delle urne per noi del PRC è elemento prioritario. Questo noi possiamo e dobbiamo ben dirlo, soprattutto dopo le vicende provinciali e sofferto il giusto allontanamento di un nostro rappresentante istituzionale.

Pertanto, solo dopo la leale e coerente condivisione di tutte le forze politiche della coalizione degli obiettivi politici e programmatici, si potrà eventualmente intervenire nella composizione degli organigrammi. I rappresentanti istituzionali dovranno rispettare queste scelte e assumersi le proprie responsabilità di fronte ai propri Partiti e ai cittadini. Diversamente, permanendo questo quadro, saremmo alla presa d’atto del fallimento del progetto politico e della conseguente impossibilità di implicazioni dirette del PRC in questa amministrazione.

Ad oggi, in estrema sincerità, il recupero e il rilancio di questa amministrazione e del suo progetto politico, appare quantomai sfumato e complicato, ma il PRC ci si adopererà responsabilmente e senza risparmio, invitando tutti i rappresentanti dei Partiti della coalizione a convocare sollecitamente il tavolo politico e ad operare in questa direzione, nella consapevolezza che i Partiti restano e gli eletti passano”.

emanuelebracone@termolionline.it