PORTOCANNONE. Lo stemma ovale della caserma dei carabinieri non c’è più, al suo posto solo una sagoma sbiancata che ne denota una presenza ormai smarrita.
Carabinieri, un vigile urbano, la delegazione dell’amministrazione comunale guidata dall’assessore alle Politiche sociali Michele Di Legge e i funzionari della Prefettura di Campobasso. A loro è stato demandato il compito di celebrare un mesto passaggio di consegne per la riacquisizione all’uso civico dell’immobile di piazza primo maggio, da sempre destinato ad ospitare la caserma dell’Arma e ora, simbolo di uno stato che per far quadrare i conti decide di abbandonare i presidi in periferia.
Un sopralluogo tecnico per constatare lo stato della palazzina a due piani che sorge lateralmente al parco pubblico mentre i militari stavano sgombrando gli ultimi oggetti, caricati su due furgoni, compreso il simbolo ovale per antonomasia, partito alla volta del comando di Campomarino, nuovo punto di riferimento per il territorio.
Una chiusura che ha lasciato l’amaro in bocca, disagio ribadito anche dai militanti di Rifondazione comunista, come annunciato presenti davanti all’edificio smilitarizzato in un sit-in di protesta, in compagnia dei vertici istituzionali alla Regione e al Comune di Termoli, disappunto esternato dal consigliere regionale Mauro Natalini e dal promotore locale della manifestazione, Dino Casolino; con loro anche Marco Cataldo, capogruppo in via Sannitica.
Gli iscritti della sezione del Prc chiedono atti concreti nella gestione dell’ex stazione, per auspicarne il reinsediamento, non lesinando critiche politiche all’indirizzo della giunta Mascio.
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