TERMOLI. Un accordo quadro internazionale dal quale scaturisca un coordinamento sindacale capace di reggere il fronte della concorrenzialità.
E’ questo l’obiettivo che vorrebbe si raggiungesse a livello di relazioni sindacali interni al Fiat Group Automobiles la Fim-Cisl, riunitasi ieri mattina nei locali del ‘Fuori Termoli’ per discutere nel collettivo e direttivo regionale assieme ai vertici nazionali Bruno Vitali e Leonardo Burmo in un’assemblea congiunta con la delegazione abruzzese guidata dal segretario regionale Domenico Bologna.
Vitali ha voluto ripercorrere tutto l’iter che ha portato la Fiat a uscire dalla crisi che la condusse sull’orlo del fallimento per evidenziare come, dopo la straordinaria performance di bilancio del 2007, con i conti record della storia del Lingotto, nel 2008 Marchionne e il management torinese saprà barcamenarsi alla meglio nei mari contrari di una crisi economica che non risparmia il settore dell’auto.
Non sono mancati a dire il vero strali lievemente polemici all’indirizzo di quella unilateralità dettata dalle esigenze di mercato che vedono l’impresa numero uno d’Italia cominciare a fare a meno dei placet delle parti sociali per modifiche sostanziali sulle turnazioni e ai colleghi delle sigle come la Fiom, definita pachidermica, e come Uilm e Fismic, tacciati di essere marchettari.
Un bel pastone condito per un territorio che si abbevera alla fonte dello sviluppo principalmente alle cannelle di casa Agnelli; l’auspicio è che passato il periodo delle vacche medie (quelle grasse non se ne vedono da anni) il vate teatino saprà traghettare la Fiat verso quella espansione globale che la sta portando a investire in 4 continenti.