TERMOLI. E’ l’immagine che da circa tre settimane caratterizza il colpo d’occhio del molo nord allo scalo portuale adriatico. Uno yacht di circa trenta metri la cui randa svetta e giganteggia tra le imbarcazioni da pesca che si alternano all’attracco sullo stesso molo al rientro dalle battute di pesca, con la sua ancora calata nelle acque del Molise chissà da chi e per quali ragioni.
Incuriosisce, affascina, e suscita un tantino di invidia anche il nome ridondante che porta stampato a caratteri in oro sullo specchio di poppa del suo scafo: ‘Electa – London’. Nella riga al di sotto: ‘Yacht Club de Montecarlo’.
Una presenza misteriosa, ma significativa quella di questo veliero ‘armato a catch’, quasi a ‘strizzare l’occhiolino’ ai Cantieri Navali di Termoli che si trovano a poche decine di metri. Color blu fondo; pagliolo (sembrerebbe in rovere), cinque oblò per lato, a testimoniare la possibilità di accogliere almeno dieci persone a bordo, oltre alla ciurma, se c’è.
Un’imbarcazione bellissima che avrà solcato chissà quanti e quali mari; un natante da diporto ‘classe di regata’, la cui salsedine accumulata sul ponte, sulle sartie e sulle vele, potrebbe testimoniare chissà quante quali rotte navigate e percorse dal giorno della sua consegna.
A Termoli che anche nel passato e nel passato recente ha collezionato lo scalo e la permanenza di numerose imbarcazioni di rilevante bellezza (tutte a motore); dalla recente ‘Cipollina’, di Massimo Boldi, a quella del ‘Dollaro’ dell’ex presidente del Milan, Albino Buticchi, (negli anni ‘90); fino all’indimenticabile ‘Simon Boccanera’ del celebrato tenore molisano originario di Ripabottoni, Cappuccilli (nel 1981), questo ‘Electa’, sembra attrarre in maniera particolare quanti transitano per i moli del porto, o coloro che hanno saputo della sua presenza e si recano lì a bella posta per ammirarlo.
Quando siamo andati a fotografarlo, all’imbrunire, speravamo di conoscere i proprietari e gli ospiti, ma a bordo in quei momenti non c’erano persone o membri dell’equipaggio.
Un minimo di presenze e di attività interne è ravvisabile solo i tarda serata, allorquando tentare un incontro sarebbe cosa poco civile e quindi preferiamo tenerci la curiosità per una prossima volta.
Del resto anche le storie dei mari delle marinerie di tutto il mondo; o i romanzi scritti da Stevenson, piuttosto che da Verne o Salgari, hanno sempre narrato di ‘vascelli fantasma’.
Quello ancorato al porto di Termoli è tutt’altro che ‘fantasma’: continuerà a suscitare curiosità e mistero fino a quando la sua prua non riprenderà a solcare il mare aperto e a solleticare l’interesse delle persone e degli appassionati di vela, nei successivi scali che avvicinerà lungo le sue rotte.
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