mercoledì 5 Febbraio 2025
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Maresciallo Maggiore dei Vigili ‘degradato’ a Brigadiere Capo

TERMOLI. Retrocesso di quattro gradi: da “maresciallo maggiore” a “brigadiere capo”. E’ quanto accaduto alcuni giorni addietro a un sottufficiale della Polizia Municipale della città adriatica.  

L’amministrazione comunale, infatti, nell’ambito di un riequilibrio delle attribuzioni dei ruoli e degli incarichi, sta rivedendo i gradi (nel corpo dei Vigili Urbani  si chiamano ‘segni distintivi’).

Come si ricorderà le precedenti amministrazioni avevano proceduto in passato a una sommaria attribuzione degli stessi, mai confortata dal trattamento retributivo commisurato.

Un tenente e tutti i marescialli furono elevati al grado di capitano, con funzioni da ‘responsabili di procedimento’), mentre – se ben ricordiamo – alcuni appuntati, vice brigadieri e brigadieri divennero marescialli, i quali assieme ai vice brigadieri, ai brigadieri e agli appuntati e agli agenti hanno funzione di ‘istruttori di vigilanza’.

Fin qui niente di particolare, se non fosse per il fatto che un sottufficiale di provata esperienza, già in forza all’Arma dei Carabinieri, come Luigi Leo, si è ritrovato dalla mattina alla sera degradato come se avesse commesso chissà quali ‘violazioni di consegna’, commesso ‘gravi omissioni’, ‘malversazioni in servizio’, o insubordinazioni gravi: tutte cause abituali della degradazione nei corpi militari o militarizzati.
La sventura per il maresciallo maggiore, Luigi Leo, ha voluto che il suo stato di salute negli ultimi tempi non fosse dei migliori e che una volta appresa la notizia,  a dir poco sconcertante, si fosse recato dai vertici del Corpo per chiedere lumi sull’inattesa degradazione (almeno in quei termini), e sull’intera vicenda.

Un incontro – si dice – parecchio burrascoso al termine del quale, le stesse indiscrezioni trapelate, parlano di una risposta ricevuta, più o meno di questo tenore: “Sai, sinceramente pensavamo che non rientrassi più in servizio…” (riferendosi, probabilmente alle sue non buone condizioni di salute).

Insomma un tegolone di quelli pesanti che per il valoroso sottufficiale a tutti noto in città (soprattutto tra i più giovani) con il soprannome ‘Rambo’ (per il suo comportamento in servizio ligio e perentorio),  andrebbe a costituire anche una perdita secca di almeno 500-600 euro di stipendio mensili, a dispetto del precedente avanzamento di grado e di carriera.

Sempre secondo le indiscrezioni trapelate, il sottufficiale  di origini leccesi che – a dispetto del nomignolo affibbiatogli – nel corso dei tanti anni di servizio in città ha sempre mostrato estremo garbo e buonsenso nell’operare, avrebbe già intentato un ricorso avverso la decisione amministrativa, pur volendo egli accettare il riordino previsto, ma non da poter configurare un declassamento così marcato rispetto alla precedente condizione: ripetiamo benquattro gradi.

Una vicenda davvero sconcertante che attende spiegazioni precise, anche in merito al particolare non ancora confermato, secondo il quale a ricevere l’ordine del ‘dietro front’ in carriera – per ora  – sarebbe stato solo il povero maresciallo maggiore o “ex maresciallo maggiore”, Leo.

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