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sabato 19 Luglio 2025
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Zuccherificio: presidio per chiedere chiarezza alla regione

Termoli. Da questa mattina scatta il presidio allo Zuccherificio del Molise. Ad indire la mobilitazione le maggiori sigle sindacali e le associazioni di categoria che ieri pomeriggio hanno convocato una conferenza stampa per ribattere a quello che sarebbe l’atteggiamento irresponsabile della parte pubblica che detiene la maggioranza delle azioni dell’azienda saccarifera.

Indice dunque puntato contro la regione che a detta dei presenti da un periodo di tempo a questa parte avrebbe improvvisamente cambiato strategia fino al punto in cui il presidente Michele Iorio ha iniziato a parlare di riconversione della produzione.

Un termine e una ipotesi che gli addetti ai lavori non vogliono neanche sentir pronunciare, nonostante tutto 44 milioni di euro che potrebbero arrivare dall’Unione Europea per la riconversione vengono considerati un granellino di sabbia rispetto all’indotto che gravita intorno all’impianto molisano.

Ci sarebbero invece tutte le condizioni per andare avanti e avviare le semine autunnali visto che diversi agricoltori si sono già impegnati e in seguito riavviare quelle strategie industriali intraprese quando lo Zuccherificio del Molise è rimasto l’unico aperto in tutto in centro sud Italia. La mobilitazione arriva principalmente per il ritardo delle semine autunnali, ancora un rinvio fino a lunedì prossimo quando si riunirà il consiglio di amministrazione dell’azienda.

Qualcuno suppone che questa strategia nasconda altre verità che per il momento non possono essere svelate. Ad attendere l’esito della conferenza stampa i tanti lavoratori desiderosi di sapere in che modo andrà a finire.

“Venerdì scorso – ha spiegato Giovanni Tamburano vice presidente nazionale di CNB – è stato come trattare con una pistola alla tempia. Ci hanno detto che se volevamo una risposta immediata sulle semine sarebbe stata negativa. Allora a quel punto abbiamo preso tempo affinchè l’azienda prenda la giusta decisione ma non si può trattare in questo modo”.

Incertezza è dunque il termine più appropriato ma intanto da oggi il presidio davanti allo stabilimento cercherà prima di tutto di carpire l’attenzione della politica che dovrà scoprire le carte e fare chiarezza una volta per tutte. Sindacati e associazioni chiedono anche l’interessamento del governo e del ministro alle politiche agricole e forestali per una situazione di vera emergenza che potrebbe paralizzare definitivamente la filiera.

“Abbiamo già visto che fine hanno fatto tutti quegli impianti che sono stati chiusi. Nessuno è riuscito a convertire”. Secca la battuta finale di Tamburano.

Hogan