martedì 21 Gennaio 2025
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Crollo Jovine, Appello aperto con rinvio: contestate le notifiche

CAMPOBASSO. Parte con il piede sbagliato e con un rinvio l’udienza d’Appello per il crollo della Scuola Elementare ‘Francesco Jovine’ di San Giuliano di Puglia.

Il presidente della Corte d’Appello di Campobasso, (insediata per motivi di sicurezza presso la Scuola Allievi Carabinieri nella caserma Frate), il giudice, Mario Iapaolo, ha stabilito il rinvio del dibattimento al prossimo 14 gennaio 2009.

Alla base della decisione del magistrato, l’eccezione procedurale proposta dall’avvocato difensore di Mario Marinaro, Lino Santoro, relativamente a un contestato difetto di notifiche per alcuni tra gli attori del processo; istanza alla quale si sono associati anche altri avvocati del Collegio di Difesa.

Come si ricorderà, il primo grado di giudizio, con sentenza emessa dal giudice monocratico presso il Tribunale di Larino, Laura D’Arcangelo (oggi in forza al Tribunale di Vasto),  vide l’assoluzione dei sei imputati per i reati di: ‘omicidio’, ‘disastro colposo’, ‘lesioni colpose’ e ‘concorso in falso ideologico’: Antonio Borrelli (ex sindaco di San Giuliano di Puglia), Giuseppe Uliano (appaltatore primo lotto della scuola), Mario Marinaro (dipendente Comune, responsabile della pratica di sopraelevazione), Giuseppe La Serra (progettista e direttore dei lavori), Carmine Abiuso e Giovanni Marino (imprenditori edili).

Numerosi – come di consueto – i genitori presenti nell’aula allestita presso la ‘Frate’, alcuni dei quai indossavano maglie raffiguranti i volti dei loro figli deceduti e con scritte di contestazione del primo verdetto di sentenza emesso dal giudice D’Arcangelo. Numerosissimi anche gli avvocati delle rispettive parti che affollavano i banchi.

Come nel processo di primo grado, infatti, saranno oltre 120 le Parti Civili che dovranno costituirsi, tra genitori e famiglie delle piccole vittime del crollo; e familiari dei bambini che per buona sorte sono sopravvissuti pur patendo gravi conseguenze a livello fisico.

Vogliamo e chiediamo giustizia e siamo ancora qui a rappresentare i nostri figli morti sotto le macerie di una scuola mal costruita – ha ribadito il presidente del Comitato Vittime della Jovine, Antonio Morelli -. Ma siamo ancora nelle aule dei Tribunali anche perché abbiamo ragioni fondate di ritenere che alla base di quella sciagura ci possano essere cause e colpe precise delle quali continuiamo a chiedere l’accertamento delle responsabilità.
Abbiamo fiducia nella giustizia
– ha aggiunto Morelli – e auspichiamo una sentenza che faccia chiarezza su come sono realmente andate le cose quel 31 ottobre 2002.

Intanto su tutto il procedimento penale aleggia il fantasma della ‘prescrizione’. Una prescrizione che è stabilita in sette anni dalla contestazione dei reati e che quindi lascia ancora circa undici mesi per poter giungere alla sentenza d’Appello.

Potrebbe essere un rischio – ha affermato il presidente della Corte d’Appello di Campobasso, Mario Iapaolo – . Certo i tempi sono quelli, ma bisognerà tenere conto anche delle interruzioni e dei rinvii nelle fasi dibattimentali>
Dunque si riparte dal prossimo 14 gennaio, quando alla scadenza della ‘prescrizione dei reati’ mancheranno poco meno di dieci mesi, anche se, da ciò che si è appreso, la volontà di stare entro i termini di scadenza sarebbe ampia e sarebbe, per questo,  già stato fissato (come fu nel processo di primo grado), un calendario settimanale delle udienze.

Pietro Eremita