lunedì 13 Gennaio 2025
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Slai-Cobas e studenti in piazza contro i tagli del governo Berlusconi

TERMOLI. Il gelo e le cattive condizioni meteorologiche non hanno intimorito affatto gli studenti, i lavoratori, i precari, i disoccupati, i pensionati, i cittadini che questa mattina hanno dato vita ad una grande manifestazione di protesta contro il capitalismo, la disoccupazione, la negazione dei diritti, il clientelismo politico.

Indetta dallo Slai-Cobas di Termoli, la manifestazione ha visto la partecipazione di tantissima gente, proveniente non soltanto dal Molise. A protestare, difatti, c’erano anche i dipendenti dello stabilimento “Alfa Romeo” di Arese, lo Slai-Cobas Fiat di Pomegliano, lo Slai-Cobas coordinamento provinciale di Milano, i lavoratori di Isernia, di San Salvo e così via. Armati di striscioni,di bandiere del partito, di fischietti, di bandiere della pace, di musica, i manifestanti sono partiti alle 10 da Piazza Donatori di Sangue per sfilare in un corteo lungo le principali vie cittadine.

Tra di essi anche gli studenti dell’Istituto tecnico-commerciale “G. Boccardi” e altri  del Liceo Scientifico. “Ci insegnate i diritti ma non li rispettate”, “Boccardi scuola ipocrita” e  “La scuola siamo noi! Ascoltateci” sono le scritte che nero su bianco campeggiano a caratteri cubitali sugli striscioni degli studenti.

“Ogni volta che scioperiamo- urla a gran voce uno dei rappresentanti del ‘Boccardi’- il preside ci sospende per tre giorni con obbligo di frequenza, solo per far impaurire gli studenti. Noi reclamiamo un’assemblea, siamo qui per i nostri diritti, ma non ci ascolta nessuno!”. “Quando si va a toccare l’istruzione- lamenta un altro studente dello Scientifico- si va a toccare anche il lavoro.

Con questi tagli, i figli degli operai si troveranno a fare per forza gli operai. Si sta tornando indietro di 50 anni!”. Le polemiche sono continuate imperterrite, soprattutto durante il comizio che si è svolto, poi, in Piazza Monumento. La rabbia ma anche la voglia di lottare è forte in tutti.

“Abbracciamoci tutti, la mia voce è la voce di tutti- ha esordito Andrea Di Paolo, Rsu Slai-Cobas e dipendente Fiat- oggi si tratta di ascoltare la base, i compagni disoccupati, la scuola che chiede l’assemblea”. Poi rivolgendosi alla Ftp: “Fiat ti devi fermare! Fai cassa integrazione, fai straordinari, sfrutti i precari. A quattro soldi produci in India ed in Cina. Basta a questi soprusi, viva la lotta!”. Ad intervenire anche gli “ospiti” di Arese.

“La Fiat pensa di poter fare quello che vuole- ha affermato un signore dello Slai-Cobas di Arese- Noi siamo qui perché i diritti di studenti e lavoratori sono calpestati entrambi. I nostri figli o sono precari o non hanno lavoro. Marchionne, l’altro giorno, ha detto che non è giusto dare i soldi ad Obama, alla General Motors perché dobbiamo essere tutti uguali. Questo è vero.

Non è giusto che lui abbia 20 milioni di euro all’anno e noi non arriviamo nemmeno a fine mese!”. Il governo è stato attaccato da tutti, nessuna parola buona per la Gelmini, per Brunetta, per ‘l’arlecchino’, come è stato definito Silvio Berlusconi. “I direttori d’orchestra- ha continuato- non possono essere sempre gli stessi. Vogliamo una società più giusta. Invece qui i ricchi diventano sempre più ricchi ed i poveri sempre più poveri”. Scroscio di applausi, fischi, urla e cori.

“Sono la figlia di Stefano Musacchio- si fa sentire Annamaria- il famoso ‘baffo’, licenziato dalla Fiat per aver osato, per ben due volte, rivendicare i suoi diritti, per avere appeso la bandiera della pace. Non ho più la mamma, ho 30 anni e sono disoccupata, ma ho un grande papà! Falsi uomini, falsi professori! Dobbiamo dare un colpo di coda perché è l’unione che fa la forza. Deve ritornare il quarto Stato, ma ci dobbiamo credere. Lottiamo!”. 

“E’ grave quello che succede nella scuola- ha dichiarato il famoso ‘baffo’- perché quando si fanno troppi tagli significa far regredire la società, perché è dalla scuola che nasce il futuro ed il benessere. Berlusconi ha ripulito Napoli e la Campania dai rifiuti, ma li ha portati in Molise. Siamo diventati la pattumiera dell’Italia! Qui si muore di meningite, di leucemia, di tumore, non c’è assistenza agli anziani, abbiamo degli ospedali lager. Molisani, italiani, svegliamoci!”. La crisi, la povertà che sta investendo il  nostro paese rende tutti più uniti. Nessuno vuole rassegnarsi al capitalismo, nessuno ha più paura di lottare .

Maria Ciarlitto