CAMPOBASSO. Riceviamo e pubblichiamo la nota dell’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale, a firma del suo direttore, Luigi Petracca. Nel farlo deflettiamo allo stesso mittente ogni considerazione o criterio di giudizio in essa espresso.
” Ieri, mentre leggevo il pregevole articolo di Massimo Agostini sul Sole 24 Ore di sabato 22 novembre c.a., dal titolo “Coprob rafforza l’alleanza con il Veneto”, mi son chiesto se il nostro parlamentare europeo, Patriciello, e se la nutrita delegazione parlamentare del Molise abbiano avuto modo di leggere tale articolo e quali siano state le valutazioni e le reazioni.
Confesso che molte informazioni fornitemi da quell’articolo erano a me totalmente sconosciute. Sapevo che l’Unione Europea – con modalità che ai più anziani ricordano il piglio vessatorio ed ottriato dell’ultima Cassa per il Mezzogiorno – ha recentemente varato una riforma del settore saccarifero che riduce drasticamente la produzione dello zucchero in Italia.
Ignoravo, al contrario, che la produzione di zucchero in Italia copriva, fino al 2005, oltre l’80% del fabbisogno interno e che oggi, a seguito del dictat europeo, il nostro Paese é costretto ad importare oltre il 60% del proprio fabbisogno.
C’é, poi, un secondo aspetto che meriterebbe, a mio modesto parere, iniziative e risposte durissime da parte delle rappresentanze politiche ed istituzionali molisane: la riforma comunitaria del settore saccarifero varata nel 2006 distrugge totalmente tutte le potenzialità produttive nel mezzogiorno, creandone un unico polo saccarifero nel Nord del Paese in capo alla forte alleanza ormai monopolistica tra Eridania-Sadam e Copros-Italia Zuccheri.
Le politiche europee in tale settore hanno di fatto distrutto anche quel poco che restava nel Centro-Sud della filiera bieticolo saccarifera, se é vero come é vero che sarà presto chiuso anche lo Zuccherificio di Termoli già destinato, previo idoneo adeguamento tecnologico e strutturale, a dare risposte soddisfacenti a tutto il mercato del Centro-Sud.
E’ vergognoso che, dopo la tanto decantata riforma comunitaria, la U.E. si stia trasformando, da primo esportatore mondiale ad importatore del prezioso zucchero per quasi 5 milioni di tonnellate l’anno, pari a circa il 30% del proprio fabbisogno.
Fino a pochi anni addietro, le riforme di questa portata si esprimevano in termini di migliore valorizzazione delle risorse e delle capacità produttive dei territori, di acquisizione di efficaci processi innovativi, di arricchimento degli strumenti tecnologici per fini di economicità e qualità; la recente riforma Comunitaria del settore saccarifero ha, invece, determinato nel centro-sud del Paese il generale collassamento di un comparto molto interessante i cui protocolli produttivi si appalesano anche rispettosi dei parametri di sicurezza degli addetti e delle stesse matrici ambientali coinvolte, come dimostra anche la recente analisi di profilo, portata a termine dall’Arpa Molise, del ciclo produttivo, dei fattori di rischio e delle emissioni in atmosfera dello stabilimento di Termoli.
Una pubblicazione di notevole interesse scientifico, in corso di stampa, che costituisce una ulteriore conferma del danno gravissimo che subirebbe il Molise dalla chiusura dello stabilimento di Termoli.
E’ verosimile ritenere che le popolazioni molisane chiedano ulteriori mobilitazioni ed impegno alle proprie delegazioni politiche, consapevoli delle iniziative già intraprese dal governo Regionale, fin qui pare infruttuose.
La sensazione é che, ancora una volta, i poteri e le rappresentanze forti del Nord, capeggiati da una Lega da sempre nemica del Sud e dei più elementari sentimenti di integrazione culturale e territoriale, continuino ad esercitare il proprio egoismo a danno di economie più deboli e, quindi, facilmente vulnerabili, con la silenziosa e preoccupante acquiescenza di popolazioni ed istituzioni, che sembrano ormai vivere una stagione di fatale involuzione culturale, alimentata dall’assenza di ogni dibattito e di ogni processo partecipativo della collettività alle scelte di interesse generale.
Luigi Petracca
(Direttore Generale ArpaM)
V/red