TERMOLI. “Amnesty International si oppone incondizionatamente alla pena di morte, ritenendola una punizione crudele, inumana e degradante ormai superata, abolita nella legge o nella pratica da più della metà dei paesi nel mondo. La pena di morte viola il diritto alla vita, è irrevocabile e può essere inflitta a innocenti. Non ha effetto deterrente e il suo uso sproporzionato contro poveri ed emarginati è sinonimo di discriminazione e repressione”. Questo quanto riportato da Amnerty international su una pratica che nonostante negli ultimi anni ne ha vista l’abolizione in numerosi paesi, (sono oltre 54 i paesi che dal 1990 l’hanno abolita) resta ancora una pratica odottata da numerosi Stati. Dalla sezione italina di Amnesty International è partito un progetto di sensibilizzazione contro la pena di morte: “La camera scura”.
Si tratta di una mostra fotografica composta da dodici scatti che ritraggono la pena di morte del mondo e le diverse attuazioni. Una mostra che si è attivata presso il ristorante Il Battello Ebbro, all’interno delle mura del Borgo Antico della città rivierasca.
L’obiettivo del progetto e’ creare consapevolezza sulla brutalita’ della pena di morte coinvolgendo testimonial del mondo dell’arte e dello spettacolo e utilizzando diverse forme di espressione come la fotografia il disegno e il racconto. Ne ” La camera scura” il filo conduttore e’ lo stencil. Ogni scatto della mostra ritrae un testimonial che interpreta un condannato a morte raccontando – attraverso uno stencil posto sul muro della cella – una storia, affrontando un aspetto specifico legato alla pena capitale associato ad un caso seguito da Amnesty International.
Gli attivisti della mostra sono Marialuisa Cavallo, Marina Emiliani, Gigante Marisa, Max Di Luzio e Nicola Occhionero, che in occasione della presentazione della mostra di Amnesty International hanno illustrato i motivi per dire no alla pena di morte nel mondo.