X
mercoledì 28 Maggio 2025
Cerca

Caso Di Paolo: a Salerno assolti Vincelli e Ciarlitto con formula piena

SALERNO. La sentenza è arrivata dopo due ore di camera di consiglio. Anna Vincelli e Domenico Ciarlitto sono stati assolti “per non aver commesso il fatto”. Si chiude così, dopo otto anni e quattro gradi di giudizio, il caso sulla scomparsa di Nicola Di Paolo, l’operaio di Larino svanito nel nulla il 20 luglio 2007 e mai più ritrovato. Per la Procura di Larino Anna Vincelli (moglie di Di Paolo) e Domenico Ciarlitto (presunto amante di lei) avevano prima ucciso l’operaio e poi nascosto il corpo. Il tribunale di Campobasso, in secondo grado, li aveva condannati a 14 anni per la Vincelli per il reato di omicidio volontario e 1 anno per Ciarlitto per favoreggiamento. Furono però assolti entrambi per l’accusa di occultamento di cadavere perché il corpo di Di Paolo non era stato ritrovato. Adesso la storia è stata riscritta perché i giudici della Corte di Assise di Appello di Salerno hanno ribaltato la sentenza assolvendo con formula piena i due imputati dopo che lo stesso procuratore generale Giannelli, in sede di requisitoria aveva chiesto l’assoluzione. “Giustizia è stata fatta. Per la mia assistita c’è l’emozione di essersi liberata di un peso che evidentemente non meritava di sopportare”; ha affermato l’avvocato Urbano che difende Anna Vincelli. Mentre il commento di Fauzi Iannucci che ha difeso Domenico Ciarlitto è stato: “è stata accolta la linea della difesa che abbiamo sostenuto fin dal primo momento. Finalmente dopo 8 anni è stata accertata la verità e l’estraneità ai fatti contestati sia a Ciarlitto che alla Vincelli”. Definita da entrambi “la fine di un incubo”, l’altro lato della medaglia racconta di un avvocato della famiglia Di Paolo, Gaetano Caterina, particolarmente amareggiato che ha affermato: “è una doppia sconfitta perché un cittadino innocente deve sopportare il peso di quattro processi per essere riconosciuto tale e la famiglia Di Paolo non saprà mai qual è la verità ragionevole e possibile sulla scomparsa di Nicola”. A questo punto si attendono i 90 giorni per conoscere le motivazioni della sentenza; nella difesa si fa strada sempre più l’ipotesi che a pesare come macigni sulla decisione dei giudici siano state le dichiarazioni dei tre testi di Campodipietra.