di Claudio de Luca LARINO. Secondo il “Credit Suisse” chi dispone di un milione di dollari di patrimonio dev’essere considerato ricco. Gli Italiani con un tale patrimonio investibile sono ritornati ad aumentare (180mila), facendo registrare un incremento del 4,5% rispetto ai 168.300 del 2011, dopo 3 anni di discese consecutivi. Nella classifica per Paese, la Penisola si colloca al 10° posto, ma la crescita dei milionari risulta inferiore sia alla media globale sia a quella europea. Risultano avere suddiviso i propri patrimoni tra gli immobili (29%) e gli investimenti a reddito fisso (22,1%), mentre tra gli interessi appare essere sempre più conseguita l’arte. Il 17% ne fa un investimento per passione, il 32% colleziona gioielli, pietre preziose ed orologi ed il 19% si rivolge alle automobili, alle imbarcazioni ed a vari altri oggetti di lusso. In sofferenza i vini (-8,9%), mentre l’8% ha scelto di investire nello sport. L’ex-cav. Berlusconi occupa solo il 6° posto, con un patrimonio dichiarato di 6,9 miliardi di dollari. I “Paperoni” del Molise vivono a Ferrazzano ma pure a Campobasso (2.a posizione) ed a Termolie (5.a). I dati delle dichiarazioni dei redditi del 2013 hanno fatto sapere: 1) che solo 12 comuni su 136 superano la media di 15mila euro; 2) che 10 non arrivano a 10mila; 3) che solo 2.000 Molisani hanno dichiarato redditi superiori a 75mila euro; 4) che 42 contribuenti su 100 sono pensionati (Castelbottaccio 72%, S. Biase 70%). Dunque sarebbe Ferrazzano il paese più ricco del Molise. Qui i contribuenti hanno dichiarato poco più di 20mila euro a testa; poi c’è Campobasso (19mila) ed Isernia (18mila). Termoli è al quinto posto (più di 17mila), superata di qualche unità da Pesche (17.617). Vanno oltre i 15mila Pescopennataro (16.296), Venafro (16.269), Oratino (16.153), San Giacomo (15.498), Monteroduni (15.453), Agnone (15.420) e Larino (15.018). I paesi con il reddito più basso si trovano tutti in provincia di Campobasso: Ripabottoni non arriva a 10mila e Provvidenti a 9mila. Bojano, Capracotta, Vinchiaturo, Sesto Campano e Pozzilli veleggiano sopra i 14mila, Petacciato, Campomarino e Guglionesi 13mila, Montenero di Bisaccia e Riccia poco più di 12mila, Trivento, Frosolone, Santa Croce di Magliano e San Martino più di 11mila, Cercemaggiore (10.576). Insomma il reddito medio del Molise è uno dei più bassi dello Stivalese rapportato alla media nazionale (20.070). Però si registrano alcune cose curiose: 1) ben 2.031 contribuenti vantano un reddito superiore ai 75mila euro; 2) tra questi 413 superano la soglia dei 120mila; 3) nell’Isernino circolano 1.506 autovetture di cilindrata superiore a 2.500 cc.; 4) il capoluogo pentro ciondola mei bassifondi della classifica nazionale dei contribuenti. Ultimo dato, pur esso interessante, è costituito dall’aliquota dei pensionati sul totale dei contribuenti: la regione ne conta il 42% con punte del 72% a Castelbottaccio, del 70% a San Biase e del 68% a Civitacampomarano. In qualche modo più rosea la situazione nel 2001 quando lo 0,02% dei contribuenti versò al Fisco la quota maggiore (a titolo di solidarietà) per il risanamento dei conti nazionali, soppiantando nelle statistiche metropoli quali Roma e Milano. Si trattò di 14 soggetti con domicilio fiscale nella provincia pentra che, da soli, doppiarono il valore medio nazionale del contributo preteso dal Governo. Complessivamente in Italia furono poco meno di 33mila i super-ricchi chiamati a questo dovere. Sorprendentemente questi “Paperon de’ Paperoni” e “Paperduck”, tutti dimoranti nell’Isernino, rappresentativi dello 0,02% dei contribuenti italiani, versarono al Fisco la quota maggiore a titolo di solidarietà per il risanamento dei conti nazionali. Nel caso di specie ben 10.080 euro che rappresentò più di quanto versato dai milionari romani e milanesi.