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giovedì 5 Giugno 2025
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Le caratteristiche del bovino di razza podolica, la ricerca di Nicola Vitale

di Nicola Vitale  Per quelli che non sanno, da una mia ricerca sulla podolica che stavo portando avanti. La razza podolica e le sue attitudini e caratteristiche:
In epoca Romana nel I secolo d.C., Plinio il Vecchio, nella sua “Storia Naturale” narra di un bovino rustico dalle grandi corna definito “Bos silvestris”, presente allo stato brado nei boschi e nelle macchie dell’Italia centro-meridionale; anche Columella, coevo del predetto autore, nella sua opera classica “De re rustica” descrive il bovino grigio da lavoro che allora era diffuso nelle varie regioni centro-meridionali italiane; infatti l’autore ne descrive i principali ecotipi, precisando che: “La Campania produce buoi bianchi di piccola statura e di estrema resistenza.
L’Umbria ha buoi di grande corporatura, anch’essi bianchi, in più ha un’altra razza di colore fromentino, non meno pregiata per indole e forza fisica; in Toscana e nel Lazio ci sono buoi compatti e robusti nel lavoro; l’Appennino fornisce buoi resistentissimi che possono sopportare qualsiasi avversità. In ogni caso l’aratore deve ricercare animali giovani, quadrati, dalle grandi membra, con corna grandi, scure e robuste, dalla fronte larga e rugosa, con occhi e labbra neri, con narici larghe, giogaia ampia che arriva quasi alle ginocchia, con petto grande, spalle possenti, dorso diritto e pianeggiante o anche leggermente calante, natiche rotonde, arti corti e diritti, zoccoli grandi, coda lunghissima e pelosa, pelo fitto e breve su tutto il corpo, mantello scuro o fromentino”. Questa descrizione rimane immutata se confrontata con le principali caratteristiche somatiche degli odierni bovini Grigi Autoctoni; una ulteriore conferma della presenza in Italia, sempre nel I secolo d.C., di questi bovini indigeni è documentata dal reperimento di cavicchie ossee appartenenti a bovini dalle grandi corna, stratificati in un deposito di rifiuti risalenti a quel periodo e ubicato ad Aquileia, vicino a Venezia (Riedel, 1979).
L’attuale “Bovino Grigio Autoctono Italiano” (già Podolica) ha conservato, a livello strutturale, la conformazione somatica del bovino primitivo, sottoposto per millenni a una duplice selezione esercitata dal rapporto diretto con il bioterritorio di allevamento, essenzialmente basato solo sull’utilizzazione delle risorse naturali, e dalla selezione zootecnica mirata alla produzione, operata dall’uomo per soddisfare le esigenze di forza lavoro nei cicli agronomici stagionali delle aziende rurali. Il suo aspetto somatico esprime robustezza, energia e resistenza, poiché questo TG
ha uno scheletro di ottima conformazione espressa dalla tendenza dei quarti anteriori e posteriori a equilibrarsi, ma nel toro i quarti anteriori si mantengono ancora particolarmente imponenti, avendo conservato questo aspetto primitivo poiché è stato sempre allevato allo stato brado o semibrado e selezionato da millenni principalmente per la spiccata attitudine al lavoro. Inoltre, è contraddistinto da temperamento vivace e da andatura agile e sciolta.
Principali caratteristiche somatiche
Il “Bovino Grigio Autoctono Italiano” (già Podolica) presenta i seguenti aspetti somatici (Mizzi, 1960):
1) mantello: di colore grigio, con tendenza al grigio scuro-nerastro nel maschio in particolare ai lati della testa, sulle orecchie, sul collo, sulla spalla, sui 2/3 inferiori del costato, sull’addome, sulla coscia e sulla parte anteriore degli arti, con tonalità gradatamente più chiare sul terzo superiore del tronco fino alla linea dorso-lombare; più chiaro fino al biancastro nella femmina; il musello è nero, contornato da alone chiaro;
2) cute: con pigmentazione scura, è fine, elastica e abbondante, tale da formare una giogaia pendente dal sottogola alla regione sternale, scendendo oltre l’altezza del ginocchio nei migliori tori; anche la mucosa boccale e le aperture naturali sono pigmentate di nero; inoltre, in alcune linee femminili le aperture naturali possono essere depigmentate;
3) testa: leggera, con sincipite appena marcato da una larga depressione a V molto aperta, con profilo rettilineo, fronte larga e piana, arcate orbitali prominenti, leggera depressione fra le orbite, testa corta e massiccia nei maschi, allungata nella femmina; orecchie piuttosto grandi, larghe e dirette orizzontalmente;
4) corna: macrocere, posizionate sullo stesso asse del sincipite, con sezione basale circolare o ellittica, di colore giallastro nei 2/3 inferiori; la sezione diviene costantemente circolare nel terzo superiore di colore nero; pertanto, per due anni, durante la fase di crescita e di sviluppo delle corna, queste rimangono di colore completamente nero e solo negli anni successivi emerge la parte chiara; hanno la forma di mezzaluna nel toro e a lira nella vacca; sono dirette lateralmente, poi in avanti e in alto, lunghe da 45 a 50 cm nel soggetto adulto;
5) collo: corto, grosso, muscoloso e prominente, con giogaia abbondante nel maschio; piuttosto lungo ed esile nella vacca;
6) spalla: lunga, larga ben aderente al tronco; 
7) garrese: serrato, esteso verso il dorso, particolarmente muscoloso nel maschio;
8) tronco: ben sviluppato, con linea dorso lombare tendente al rettilineo;
9) torace: largo, profondo e lungo, con costole non molto arcuate;
10) lombi: lunghi e larghi, ben attaccati e abbastanza robusti;
11) groppa: leggermente spiovente e sufficientemente muscolosa, generalmente con bacino leggermente sopraelevato;