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venerdì 13 Giugno 2025
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Gran festa a Mafalda per la posa della prima pietra della nuova scuola

MAFALDA. L’evento è stato uno di quelli che verrà ricordato per anni. L’importanza storica, oltre che politica e sociale, della posa della prima pietra del nuovo edificio scolastico di Mafalda, è stata sottolineata dall’affluenza massiccia dei cittadini che tornano a partecipare attivamente ad un momento comunitario che non si vedeva da anni, forse troppi anni. Sono ormai lontanissimi i tempi in cui costruire era cosa di ordinaria amministrazione, come sono passate e sconosciute quelle remote “età dell’oro” quando il Pil viaggiava a livelli oggi impensabili ed erano possibili ingenti investimenti anche in aree geografiche come le nostre. La straordinarietà dell’evento si percepiva anche e soprattutto dalla presenza delle maggiori autorità regionali: dal governatore Frattura accompagnato dall’assessore Facciolla, al presidente della provincia De Matteis, al direttore dell’Ufficio scolastico regionale Anna Paola Sabatini. Insomma, l’intero Molise stamani ha rivolto lo sguardo e l’attenzione verso il piccolo comune della valle del Trigno che per primo, e non senza sudore e fatiche di ogni genere, è riuscito a portare avanti e a realizzare un progetto che agli albori aveva tutti i contorni di una vera e propria utopia. Tutto ciò è ancor di più evidenziato dai sorrisi e dall’espressione soddisfatta del volto del sindaco Riccioni, gran cerimoniere della manifestazione e padrone di casa, il quale accogliendo i convenuti ha esclamato con fierezza: «Di tutta la mia lunga esperienza amministrativa questo è il giorno più importante, è il giorno in cui parte la rinascita del nostro comune frutto del lavoro di squadra della presente e della passata amministrazione. Questa è un’opera che pone le basi per la crescita delle nostre generazioni future». Non meno interessante è stato il breve intervento del presidente delle giunta regionale Frattura che, dopo aver ribadito l’importanza della formazione, si è congratulato con le autorità presenti e con i sindaci per la collaborazione ottenuta in questi anni prendendo come esempio emblematico il nuovo plesso scolastico di Mafalda in cui proprio l’unione d’intenti tra i diversi enti si è rivelata essere la forza motrice per giungere al risultato. Sulla stessa lunghezza d’onda si colloca anche il contributo del presidente della provincia di Campobasso Rosario De Matteis, che ha voluto porre l’accento sul fine ultimo della struttura scolastica: «un “contenitore” sicuro per i ragazzi e le famiglie da mettere al servizio di più comuni». Che quella di ieri mattina sia stata una festa di tutta la cittadinanza mafaldese è stato testimoniato anche dagli interventi del sindaco dei ragazzi Francesco ed anche dal vice sindaco della passata amministrazione Riccioni, Biondo Mastrangelo, il quale ha voluto precisare l’importanza dello spirito di gruppo e del lavoro di squadra svolto nel corso degli anni. Non è mancata nemmeno la voce dei dirigenti scolastici, una voce tutta femminile che, attraverso le parole della preside Costantini e del dirigente scolastico regionale Sabatini, ha voluto riaffermare a gran voce l’importanza di una struttura bella e sicura come luogo in cui poter esercitare, nel suo più ampio spettro, il diritto allo studio. Afferma la dottoressa Sabatini: «La scuola deve essere il centro propulsore di una comunità, il luogo in cui formare il cittadino del futuro che possa essere testimone anche di uno spirito civico incarnato oggi dalla cooperazione tra le varie istituzioni». La parte tecnica ed operativa è stata invece rappresentata dall’architetto Guglielmi che ha illustrato molto brevemente alcune peculiarità architettoniche della nuova scuola di Mafalda: «Questa è una struttura all’avanguardia – esclama – che sarà modello per le scuole future sia dal punto di vista strettamente architettonico, sia da quello dei tempi burocratici. Saranno necessari soli trecentoventidue giorni per completare un polo che non ha un grande impatto paesaggistico, sicuro sotto l’aspetto sismico e che utilizzerà impianti a basso consumo energetico». Il discorso di chiusura è spettato infine al vescovo della diocesi di Termoli monsignor De Luca il quale ha voluto sottolineare come certe opere siano il segno tangibile del desiderio di futuro insito nell’animo umano: «Desiderio di futuro che vuol dire apertura, convergenza di braccia, menti e cuori – sono le parole di monsignor De Luca – Sguardo limpido che va oltre gli interessi, orecchie pronte ad ascoltare la realtà, e mani disposte a dare e non a prendere». Sicuramente questo giorno resterà nella memoria dei mafaldesi e nel cuore di quelle persone che hanno lavorato, pensato e scritto un futuro per questa piccola comunità, un futuro che parte dalla formazione, carico di aspettative (che si spera non vengano disattese) e che diventa il primo passo di un cammino rinnovatore che possa chiudere definitivamente il capitolo nero di una crisi che da tanto tempo attanaglia la nostra piccola ma pur sempre splendida regione.