TERMOLI. Un esercizio in utile quello che si appresta a chiudere la società Aria Food, del patron Diego Volpe Pasini, grazie al ritorno sul mercato dello zucchero prodotto allo Zuccherificio del Molise di Termoli. A confermarcelo, in un cordiale colloquio telefonico, è stato proprio l’imprenditore friulano, che ha avuto l’occasione di fugare i dubbi sulla qualità del prodotto saccarifero locale, che rimane tra i migliori del mondo, dopo l’esito delle analisi compiuti su ben 65 prelievi condotti su altrettanti campioni. Attenzione, però, non nello stabilimento che sorge accanto alla statale 87 Sannitica, ma in un capannone da 500 mq a Montenero di Bisaccia preso in locazione appositamente, in assenso del Pm della Procura di Larino Federico Carrai e del comandante del Nas Antonio Forciniti. Insomma, dopo il blitz del 10 novembre scorso, che ha portato al sequestro cautelare di 91 tonnellate di zucchero, ma Volpe Pasini ne ha sempre riconosciuti solo 65 di tonnellate messe sotto sigillo, si è provveduto al trasloco della merce destinata all’impacchettamento e alla distribuzione commerciale. L’esito delle analisi ha fatto sì che venisse chiesto il dissequestro del prodotto e ora l’istanza è al vaglio della magistratura frentana. Quel che emerge è la collaborazione a cui si è addivenuti dopo il blitz. Le analisi sono state compiute dalla società Bio Alimenta di Campobasso e il trasferimento su autorizzazione del pm Carrai. Nessun problema per i pacchetti da chilo e lo sfuso, ma anche per bustine di canna e di bianco, con i dati di laboratorio a confermare l’idoneità alla commercializzazione e assenza di inquinanti e patogeni. “Lo zucchero che commercializziamo è sano e pulito. Per questo abbiamo inoltrato la richiesta di dissequestro – ha affermato Volpe Pasini – poiché sono le assenti le ragioni cautelari”. La presenza del ramo impacchettamento dentro lo Zuccherificio era scaduto a metà novembre, in vista dell’asta del 24, poi andata deserta. “Noi siamo sempre interessati allo Zuccherificio del Molise – prosegue Volpe Pasini – ma non con queste condizioni ambientali. Abbiamo dimostrato che si può fare business, mai vendendo sottocosto, perché il nostro zucchero rimane uno dei migliori al mondo, da consumare con serenità e orgoglio, il piano industriale che avevamo realizzato era giusto”.