PORTOCANNONE. In un lasso temporale piuttosto breve, a Portocannone, tra il 2006 e il 2007 ci furono ben tre omicidi, due soli dei quali sono stati risolti con individuazione e condanna dei responsabili. Uno di questi è stato il delitto di Umberto Bevilacqua. A distanza di 9 anni e mezzo è arrivata la sentenza del tribunale civile di Larino per la condanna al risarcimento civile per i familiari. Padre, madre e sorella dell’uomo ucciso il 13 giugno 2006, assistiti dall’avvocato Enza Casale (la controparte si è affidata all’avvocato Mimmo Bruno). L’omicida, Costantino Lombardo, fu di fatto reo confesso. Avvertì lui stesso la Polizia, di cui richiese l’intervento e in stato di evidente agitazione dette notizia di un omicidio avvenuto a Portocannone. Recatisi sul posto, i poliziotti notavano, nell’area antistante un casolare adibito ad officina, alcune persone che indicavano la presenza di un fucile da caccia appoggiato ad un palo. Nella circostanza un testimone affermava di aver assistito ad un omicidio e di poter indicare la persona che lo aveva commesso. Poco dopo, il responsabile dell’azione delittuosa si è costituito presso la Caserma dei Carabinieri di Campomarino. Sentito in sede di convalida dell’arresto, Lombardo raccontava i fatti confermando di essere lui l’autore dell’omicidio del nipote Umberto. Nell’udienza preliminare del 2 maggio 2007, l’imputato ha chiesto, a mezzo del suo difensore ed otteneva dal Gup di Larino, la definizione del procedimento con il rito abbreviato. All’esito dello stesso il Gup del Tribunale di Larino, con sentenza del 24 ottobre 2007, condannava Lombardo alla pena di anni 20 di reclusione, oltre al pagamento delle spese processuali ed al risarcimento dei danni da liquidarsi in separata sede in favore delle costituite parti civili e dichiarava il medesimo Lombardo interdetto in perpetuo dai pubblici uffici. La Corte di Assise di Appello di Campobasso con sentenza n. 5 del 07.10.2008 depositata in Cancelleria in data 14.10.2008, in parziale riforma della sentenza emessa dal Gup del Tribunale di Larino, ha rideterminato in 14 anni di reclusione la pena allo stesso Lombardo inflitta dal primo giudice, confermando l’interdizione legale per la durata della pena. Confermava nel resto l’impugnata sentenza e condannava il Lombardo alla rifusione delle spese in favore delle costituite parti civili. Ora la sentenza in sede civile, per mano del giudice Luigi Guariniello, che riconosce agli eredi un totale di circa euro 500.000 euro, comprensiva di interessi e rivalutazione a titolo di risarcimento.