LARINO. In Molise, dopo anni ed anni di assenza, nel corso di cui il mustèlide aveva lasciato solo tracce od altri segni, è stato possibile accertare ancora una volta la presenza di lontre nell’alta Valle del Volturno dove, sinora, gli esemplari avvistati erano stati una decina. Si sarebbe trattato di un giovane esemplare alla ricerca di aree nuove in cui stanziarsi. Così è aumentato il numero degli aimali “percepiti” dopo quello – presunto! – di cui furono trovate solo tracce a Larino anni addietro. La nuova cattura è stata effettuata a Venafro nell’allevamento ittico “Pacitti”, posto in prossimità del laghetto comunale della Città molisana e della storica “fontana delle quattro cannelle”. Presumibilmente l’animale potrebbe essere risalito attraverso le acque del San Bartolomeo. Le istituzioni preposte sono state allertate, ed è intervenuto sul posto il Corpo forestale dello Stato insieme ad esperti come l’ambientalista Mario Caniglia, dell’Oasi “Le Mortine”, e Luciano Bucci. La lontra è un animale protetto, perché minacciato di estinzione. La professoressa Anna Loy dell’Università del Molise ha suggerito di trasportare l’esemplare al “Centro recupero animali selvatici” di Napoli per i primi accertamenti diagnostici. Per la cronaca la bestiola, che dopo la cattura ha gradito una trota, è stata presa in consegna dagli zoologi e dai veterinari del “Cras” abilitati a decidere se reimmetterla subito nelle acque del Volturno oppure trattenerla per un periodo di riabilitazione. Quando, a Larino, furono rinvenute – nel torrente “Cigno” – tracce di un altro mustèlide, il Molise finì nella trasmissione pomeridiana di Rai 3 “Geo”, le cui puntate sono sempre seguitissime per l’inappuntabilità dei contenuti, per la bellezza dei documentari presentati e per le interviste proposte. Ospite del programma fu la citata prof.ssa Anna Loy, chiamata ad intrattenere i telespettatori sulla presenza della lontra nei pressi del Cigno, tra Larino e Montorio nei Frentani. Qui c’era stato un incontro ravvicinato con un gruppo di escursionisti che poi aveva riferito dell’avvistamento. La predatrice era stata sorpresa sulla sponda sinistra del citato corso d’acqua dove aveva percorso qualche metro lungo la riva per poi buttarsi nel torrente e celarsi dietro un cespuglio. I successivi appostamenti, effettuati da persone vicine all’”Ecomuseo Itinerari Frentani”, non permisero di rivedere l’animale, ma almeno ne fu trovata una traccia: il gel, dall’odore di pesce, usato come marcatura e posizionato su di una pietra. Dopo di che l’apertura della stagione della caccia al cinghiale fece interrompere le ricerche. Però del fatto venne fornita comunicazione alla succitata docente universitaria, studiosa di riferimento nazionale per quanto concerne la presenza della lontra in Italia. I corsi d’acqua, dove questo animale è presente, sono pochissimi. Tra questi il torrente Cigno (in agro di Larino) che, ricco di fauna acquatica, vanta tutte le caratteristiche compatibili con il suo “habitat“. Secondo i manuali di zoologia, questo predatore è lungo fino a 120 cm., compresi i 45 della lunga ed affusolata coda. La testa è tondeggiante ed allungata, il muso arrotondato e gli occhi piccoli. Le orecchie sono corte e pressoché totalmente nascoste dal pellame, folto e minuto, di colore marrone intenso nella parte superiore, che si fa più chiaro in quella inferiore, specialmente sulla gola. Le zampe sono palmate. I baffi, lunghi e sensibili, gli permettono di localizzare pesci ed anguille. In Italia è presente, con popolazioni residue poco numerose ed isolate, solo lungo i corsi d’acqua di Basilicata, Campania, Calabria, Puglia e Molise. La lontra ha abitudini notturne ed è un’ottima nuotatrice; mangia quasi esclusivamente pesce; ma, a terra, non disdegna arvicole, conigli e piccoli mammiferi. Si rintana nelle buche che le acque dei fiumi formano sulle rive, utilizzando, ben di rado, le cavità naturali tra le radici di vecchi alberi o le tane abbandonate da tassi o volpi. Il periodo riproduttivo va da febbraio a marzo, ma si verificano accoppiamenti pure oltre questi mesi. Ne consegue che i piccoli possono nascere durante tutto l’anno. La gestazione dura nove settimane e la femmina partorire da 2 a 4 cuccioli che nascono con occhi chiusi e sono pressoché inappetenti. Diventano sessualmente attivi poco prima dei 3 anni di età. Gli esemplari adulti vivono isolati od in piccoli gruppi familiari; tuttavia le femmine tengono presso di sé la prole per lungo tempo. La lontra vive solo in zone non antropizzate ed è sensibile all’inquinamento. (Claudio de Luca)