TERMOLI. Non c’è che dire, il Dibattito Pubblico è vivo, non ci riferiamo solo allo strumento di partecipazione, ma all’opinionismo locale che sta montando sui temi della riqualificazione del centro storico, centro nevralgico di un pensiero che rievoca e analizza anche fenomeni di costume termolese. A offrire il suo contributo è l’ex amministratore unico della Newco, Francesco Fusco. “Sono rimasto positivamente colpito dalla bella fiaba descritta dalla docente Stumpo qualche giorno addietro e pubblicata sui media locali. Peccato, però, che la lunga “gestazioni” (sono sue parole) non sia servita a ricordarle, con il dovuto riguardo e la doverosa calma, che la democrazia è anche rispetto delle idee degli altri ed in particolare della maggioranza. Manifestare un dissenso è segno di democrazia e di partecipazione, ma non bisogna dimenticare che possono esistere e devono avere pari dignità anche le idee diverse dalle proprie Da mesi dobbiamo sorbirci quotidiane prediche da parte del cd “Comitato civico” contro la programmata riqualificazione urbana approvata dal Consiglio Comunale a larga maggioranza. Da semplice cittadino che non si identifica, per partito preso, in alcuna parte politica dico: basta! Abbiate rispetto per tutti i cittadini! Non è possibile continuare a sentire che i componenti del Comitato sono gli unici che capiscono qualcosa e tutti gli altri sono dei fessi. Il rispetto per gli altri e per le loro idee è sinonimo di educazione oltre che di democrazia. Aver raccolto tremila firme per dire no al progetto non autorizza alcuno a dire che la democrazia è stata lesa. Oltretutto le tremila firme sono state raccolte per un non meglio precisato “tunnel sotto il paese vecchio” senza spiegare minimamente tutto il progetto di riqualificazione né spiegare quali sono le opportunità di progresso per la città. Sono troppo anziano per non ricordare tutte le alzate di scudi per ogni iniziativa messa in campo dagli amministratori pro tempora della città. Dalle più piccole iniziative a quelle più grandi. Iniziative che poi si sono dimostrate portatrici di progresso e di sviluppo. Ricordo le contestazioni al progetto per l’istituzione del Consorzio Industriale e all’approdo della FIAT a Termoli per preservare il borgo medievale in modo che “La vita vi scorresse senza troppi scossoni, governata da principi che si succedevano senza lasciare grandi tracce” per prendere in prestito un passaggio della “fiaba” della dott.ssa Stumpo. Per ritornare al mondo delle favole e dei principi, bisogna prendere coscienza che in quel mondo irreale si viaggiava a piedi ed a dorso di muli, oggi, invece, si viaggia su jet e super-jet Questo progresso è inarrestabile e non basta un piccolo nucleo di persone, un po’ sognatori ed un pò conservatori a bloccare ogni iniziativa. Sono consapevole che non tutti reagiscono favorevolmente ai cambiamenti che la maggior parte delle persone ritiene positivi, capisco che “il cambiamento” incute sempre timore e porta con sé il turbamento dell’equilibrio di chi lo subisce o di chi lo vive, ma l’ esistenza di ognuno di noi è in continua evoluzione e richiede la capacità di saper rispondere positivamente. Per concludere desidero riproporre un bel racconto che è attribuito a Charlie Chaplin. Un racconto che giro volentieri a tutti quelli che sono “costretti” a dover decidere per interpretare correttamente il proprio ruolo e non fermare il progresso. C’era una volta una coppia con un figlio di 12 anni e un asino. Decisero insieme di viaggiare, di lavorare e di conoscere il mondo. Così partirono tutti e tre con il loro asino. Arrivati nel primo paese, la gente commentava: “Guardate quel ragazzo quanto è maleducato… lui sull’asino e i poveri genitori, già anziani, che lo tirano”. Allora la moglie disse a suo marito: “Non permettiamo che la gente parli male di nostro figlio.” Il marito lo fece scendere e salì sull’asino. Arrivati al secondo paese, la gente mormorava: “Guardate che svergognato quel tipo… lascia che il ragazzo e la povera moglie tirino l’asino, mentre lui vi sta comodamente in groppa. Allora, presero la decisione di far salire la moglie, mentre padre e figlio tenevano le redini per tirare l’asino. Arrivati al terzo paese, la gente commentava: “Povero uomo! Dopo aver lavorato tutto il giorno, lascia che la moglie salga sull’asino; e povero figlio, chissà cosa gli spetta, con una madre del genere!” Allora si misero d’accordo e decisero di sedersi tutti e tre sull’asino per cominciare nuovamente il pellegrinaggio. Arrivati al paese successivo, ascoltarono cosa diceva la gente del paese: “Sono delle bestie, più bestie dell’asino che li porta: gli spaccheranno la schiena!”. Alla fine, decisero di scendere tutti e camminare insieme all’asino. Ma, passando per il paese seguente, non potevano credere a ciò che le voci dicevano ridendo: “Guarda quei tre idioti; camminano, anche se hanno un asino che potrebbe portarli! Conclusione: Ti criticheranno sempre, parleranno male di te e sarà difficile che incontri qualcuno al quale tu possa andare bene come sei. Quindi: vivi come credi. Questa metafora è utile per capire che, qualsiasi cosa facciamo, troveremo sempre persone che ci criticheranno o che parleranno male di noi e che non serve a niente modificare il nostro comportamento per “piacere agli altri”. Preoccupati più della tua coscienza che della reputazione. Perché la tua coscienza è quello che tu sei, la tua reputazione è ciò che gli altri pensano di te. E quello che gli altri pensano di te è problema loro”.