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giovedì 31 Luglio 2025
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I rintocchi della campana accarezzano il ricordo degli Angeli e della maestra

SAN GIULIANO DI PUGLIA. Un giorno della memoria con estrema emozione e commozione, con silenzi e riflessione, quello che è stato celebrato oggi a San Giuliano di Puglia.

A 15 anni dal sisma che ha causato la morte di 30 persone, col crollo della Jovine e la scomparsa di 27 bimbi e una maestra, i rintocchi della campana hanno ricordato l’immane tragedia.

C’erano tutti, prefetto, sindaco, governatore, presidente della Provincia, amministrazioni gemellate non molisane, genitori e famiglie degli angeli, c’erano il passato e il presente della Protezione civile, con Angelo Borrelli e Guido Bertolaso, quest’ultimo in forma privata.

“Una giornata triste e piena di dolore perché queste ferite non si rimarginano. La tragedia di San Giuliano ci ha insegnato che non si può morire così”. Così il capo della Protezione Civile Angelo Borrelli a San Giuliano di Puglia – all’Ansa – nella ricorrenza dei 15 anni dalla tragedia della scuola Jovine dove morirono 27 bambini e la loro maestra. La scossa di terremoto che colpì il Basso Molise alle 11.32 fece crollare il tetto di cemento armato sulla classe. “Il presidente Mattarella ad Assisi ha invitato le istituzioni a fare di più per la prevenzione, ed è quello che vogliamo anche noi – ha aggiunto Borrelli – C’è a chi spetta quella strutturale, e qui si è ricostruito bene, e quella della Protezione Civile per cui lavoriamo tutti i giorni”.

“Il paese è rinato, forse quello materiale, ma per le famiglie che hanno perso i loro cari questo è più difficile”, ha detto il sindaco Luigi Barbieri che nella tragedia della Jovine perse un nipote, mentre un altro è sulla sedia a rotelle.

Cerimonia sobria, che si chiude con la benedizione alle corone che poi saranno portate al parco della Memoria, con un lungo corteo che attraversa il paese, dal cimitero al sito sorto sulle macerie rimosse della scuola Jovine.

In quel sito, Frattura, il prefetto Federico, Borrelli e Barbieri si fermano prima davanti alle corone e al monumento, quindi alle panche che testimoniano ciascuna uno degli angeli volati in cielo.