X
martedì 6 Maggio 2025
Cerca

“Nomadi” molisani: chi sono, quando arrivarono e dove si trovano

LARINO. Razzismo e “nomadi” molisani: chi sono, quando arrivarono e dove si trovano.

Anni fa il funerale termolese di un esponente della etnia rom non passò inosservato, soprattutto per le procedure funebri utilizzate che riproposero all’attenzione della pubblica opinione questa componente della comunità.

Per molti sono oggetto di pregiudizi, ma questa etnia vanta anche soggetti con valori fondanti.

Nel quartiere isernino di San Lazzaro i “rom” finiscono spesso in cronaca. Persino i sindacalisti hanno “esternato” il loro pensiero quando una risoluzione Ue aveva consigliato di incoraggiare l’integrazione reclutandoli nelle Forze dell’ordine:“Il concetto di integrazione dei rom sarebbe un controsenso; infatti la loro cultura – disse il Consap – è da sempre quella di vivere ai margini della società per esaltare il proprio parassitismo”. Ebbene questi ‘signori’ non sanno che, tra le divise, operano già da anni tanti zigani. Il comunicato dimostra che fra i poliziotti ci sono persone “che odiano ebrei e zigani” ed è il frutto di uno “stereotipo”. Al contrario gli zingari hanno pagato il loro ‘status’ e sono stati internati, insieme agli ebrei, nei campi di concentramento. L’Europa fu teatro dell’annientamento di almeno la metà dell’intera popolazione rom e sinta europea: una storia che dovrebbe essere letta con occhi diversi da chi vive in una Repubblica che ha sempre garantito la libertà di pensiero. Per ritrovare la libertà perduta i sinti ed i rom hanno combattuto, con i partigiani.

Perciò, mettere al muro una etnia, accusandola di parassitismo e di appartenere ad una congrega di ladri, deve essere considerato, più di un eccesso: un reato. Solo una piccola minoranza vive negli accampamenti, gli altri lavorano ed operano come tutti gli altri italiani, perché ‘sono’ italiani. In Molise ci sono persone di origini rom arruolate in taluni Corpi di Polizia locale; in Italia ne troviamo nelle Forze dell’ordine, qualcuno destinato persino alle missioni all’estero.

Partiamo da lontano, e cominciamo col citare uno zingaro assolutamente insospettabile: l’ex-Presidente degli Usa Bill Clinton che discende da un “re” dei gitani scozzesi. Partiti dal sub-continente indiano più di mille anni fa, essi raggiunsero ogni parte della Terra. Discesero pure in Molise dove si costituirono in piccole comunità presenti in Campobasso, in Isernia, in Termoli, in S. Croce di M. ed in Ielsi. Alcuni studiosi sostengono che l’infiltrazione sia avvenuta addirittura nel 1300. Un’eco della loro antica presenza è data dalla sfilata, con i cavalli riccamente bardati, che si celebra nel capoluogo pentro il 13 giugno in onore del Santo di Padova. Lungo lo Stivale vivono i componenti di 11 tribù; alcune provengono dal Kosovo e dalla Bosnia. Gli ultimi arrivi datano agli Anni ‘60, gli ultimissimi tra l’87 ed il ‘91. Dalla fine del 1300, quelli di etnia “rom” (cattolici) si stabilirono in Molise, ma anche in Abruzzo, in Campania, in Puglia, in Basilicata ed in Calabria.

Nella 20esima regione sono diventati stanziali e sono in tanti quelli bene integrati nella società locale. Da piccoli chiedono l’elemosina; ma da grandi non sono pochi quelli muniti di un onesto conto in banca. In Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna sono di etnia “sinti”, spesso di religione avventista. Per lo più, fanno i giostrai e sono proprietari di piccoli circhi ginnastici. Dai primi del ‘900 i lovari (da “lob” – parola ungherese – “cavallo”) vivono in “roulottes” ed allevano equini, mentre i “kalderasa” sono stagnini e doratori di rame. I Romeni si trovano in Italia dagli Anni ’60. Musicanti ed artisti di strada, vivono in accampamenti lungo la via Tiburtina a Roma. Ultimi arrivati, dopo la guerra nell’ex-Jugoslavia, i rom “khorakhana” e “kanjarja” sono musulmani ed ortodossi. I “kaulja” sono poverissimi e di origine algerina. Provengono dalla Francia e sono musulmani.

Poi c’è la comunità derviscia dei “sufi” al Pontonaccio (Firenze). Vengono dai Balcani e sono musulmani. Nella Val Venosta vivono i “carner”. Si tratta di una comunità che dimora e che si sposta sui carri (da cui prende il nome). Infine, vi sono i “camminanti”, risiedenti a Noto, in Sicilia. Fra tutti, i “rom” albanesi, giunti dopo la battaglia di Kosovo, 1392) sono il gruppo più tradizionalista. Il loro mestiere, l’allevamento ed il commercio di equini. Molto diffusa la pratica della chiromanzia.

Claudio de Luca