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giovedì 13 Marzo 2025
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Chi amministra e sbaglia deve pagare

LARINO. Chi si ritrovasse ad essere amministratore comunale di una grande Città potrebbe contare innanzitutto su dirigenti accreditati ma persino (avendone disponibilità) su Studi disposti a supportarlo da un punto di vista legale. Ma, nei centri minori, addirittura nei Comuni-polvere privi di mezzi economici, come procedere per cautelarsi se non facendosi votare dal Consiglio tutta una serie di regole supplementari buone per garantire il corretto operare? In effetti, oggi come oggi, quando si abbia per compagni di strada persone poco preparate in campo amministrativo (o addirittura prive di scrupoli; e, per ciò stesso, disonesti), la cosa più importante è apprestare una soluzione, per operare correttamente, soprattutto servendosi di strumenti giuridici atti a consentire di rigare come norma comanda.

Come fare, dunque? Una soluzione ci sarebbe; e ci permettiamo di suggerirla. Si potrebbe pensare ad una fidejussione bancaria, comunque facoltativa, che potrebbe essere gradita a ciascun assessore in favore del sindaco (oppure accesa da un primo cittadino a pro’ dei propri collaboratori con delega) al fine di ottemperare all’impegno di operare correttamente nella gestione corrente della Cosa pubblica. In buona sostanza, chi sbaglia paga! Quel che è certo è che quasi non esistono precedenti in materia; per ciò stesso diventa arduo trovare un Istituto di crèdito disposto a negoziare determinati rischi. Ma, provando e riprovando, una quadra può essere approntata e – per conseguenza – la sottoscrizione può avvenire con vantaggio reciproco. Ma come potrebbe essere possibile atteggiare il testo di un atto di fidejussione in una materia che si occupa del corretto adempimento delle funzioni delegate in un Comune? In un Ente ci si occupa dell’ottimale operato nell’espletamento di una pubblica funzione. Occorre, perciò, atteggiare i propri comportamenti etici e professionali al fine di espletarli con fedeltà, diligenza, onestà e puntualità.

Perché, com’è proprio dei rapporti di pubblico incarico, è proprio così che occorre procedere dal momento che si opera in un ambiente dove occorra comportarsi senza arrecare pregiudizi. Il tutto nell’esclusivo interesse ed a vantaggio di un’intera Comunità. Perciò non occorre impiegare tanti ragionamenti, nell’intesa che il Sindaco sia legittimato a richiedere ad ogni assessore il rilascio di una fidejussione bancaria di congruo importo (magari 2-3.000 euro), nell’intesa che i suoi diretti collaboratori (muniti di formale delega) possano fruire di altrettale impegno sottoscritto dal primo cittadino. C’è un unico problema.

E’ pur vero che chi dovesse rivelarsi inottemperante all’impegno si ritroverebbe a dover saldare questa sorta di ‘multa’ che la Banca girerebbe – per le vie brevi – agli Uffici comunali e, quindi, ai cittadini. Ma se il sanzionato dovesse entrare nel giro delle convinzioni per cui ritenesse di non meritare l’afflizione e si opponesse all’esborso? A questo punto si aprirebbe un contenzioso dinanzi ad un Giudice che dovrebbe preoccuparsi di stabilire qual è l’unità di misura buona a stabilire quale possa essere il buon operato nell’espletamento di una pubblica funzione e se, quanto posto in essere, possa ritenersi improntato ad un dignitoso comportamento etico e professionale espletato con fedeltà, diligenza, onestà a puntualità.

E’ giusto riferire che un ‘patto’ del genere è stato già posto in essere nel Comune di Vigo di Fassa, capoluogo di una valle alpina del Trentino-Alto Adige che – onorato da un istituto di credito – comunque acquista validità sotto il profilo formale. Se non altro quegli amministratori hanno voluto dimostrare ai cittadini di avere la volontà di voler nutrire un impegno più serio assunto nei confronti di una Comunità che li ha delegati a gestire soldi e problemi, dimostrando ai propri amministrati di voler essere seri prima di tutto fra di loro e, quindi, nei confronti dell’intero corpo elettorale. E di sicuro non è da tutti non nascondersi dietro un dito per dire – a chiare lettere – che chi sbaglia deve pagare!

Claudio de Luca