SAN MARTINO IN PENSILIS. Dieci, cento, mille messaggi, forse anche diecimila. Una ferita profonda quella che ha fatto sentire male una intera comunità, quella di San Martino in Pensilis, privata dopo giorni di sofferenza e attesa struggente sul più bello, alla partenza, della Carrese 2018.
Scegliamo una sorta di dedalo nato dall’affermazione del bi-consigliere, comunale e provinciale, Vincenzo Sabella, che originario di Portocannone, ha bene in mente cosa sia la tradizione della Corsa dei carri trainati dai buoi.
«Quando la legge è ingiusta, giusto è violarla».
Un’affermazione lapidaria, forse esagerata, ma che rende l’idea cosa abbia significato oggi mutilare un popolo, un paese, della propria tradizione e in questo modo.
«Si devono solo vergognare… prendere in giro così un popolo», il primo commento al post sabelliano, ma è solo il numero 1 di una lunga serie. E non tutti la pensano come lui.
«La legge va rispettata, caro Vincenzo, la colpa non è di chi ha gettato la corsa, ma di chi ha fatto finta di autorizzarla. Ma che vi credete che viviamo in uno stato a parte? L’ennesima buffonata».
Ovviamente, c’è chi ritiene, «Veramente viviamo in uno stato di merda… ancora meglio».
«Perché farli preparare? Perché farli arrivare quasi in partenza? Tanto si sapeva che non avrebbero corso… in questo modo è stata presa in giro un’intera comunità, l’intero girone dei carri e tutte quelle persone che hanno perso un pomeriggio per nulla… sono il primo a dire che le cose bisogna farle in sicurezza ma il loro modo di intendere la sicurezza è qualcosa al quale non potremmo mai arrivare. Ma sono certo che nel momento in cui arriviamo anche a questo, troveranno un altro modo per cancellare la corsa dei carri! Perché questo è l’obiettivo fondamentale per certe persone».
«Quando una commissione di vigilanza per gli spettacoli e manifestazioni si esprime con 6 voti favorevoli e 2 contrari e per dare l’ok alla corsa deve essere unanime, forse qualche dubbio rimane. Sicuramente anche il Prefetto ha fatto i suoi conti».
Sabella, poi torna sul suo post.
«Ho un limite lo ammetto, ho corso sul carro. Ci sta un momento, un momento in cui non vuoi sentire e capire più nulla, leggi, norme, commissioni, ruoli, politica, niente! Vuoi sentire solo “girate”. Chi non ha corso i carri non può capire».
Vincenzo Pietrantonio: «Capisco la delusione per la corsa non espletata, ma non ti pare di esagerare? Non hai un ruolo politico in comune a Termoli e in provincia un ruolo istituzionale? La legge va rispettata sempre. E tu dovresti essere il primo a rispettarla»
Sabella ter: «Al mio ruolo politico e istituzioni al Comune e alla Provincia rispondo Io in prima persona, no problem, e affermo di nuovo che quando una legge è ingiusta, giusto è violarla».
Ne nasce a questo punto una discussione spigolosa e Pietrantonio, anche lui di casa a Portocannone e San Martino, asserisce «La tua affermazione è di una gravità estrema!»
C’è chi fa similitudini, Leonardo Delle Fave: «Solo chi sa può capire certe emozioni come se a noi termolesi ci vietassero di uscire in processione per mare sono sicuro che la legge sarà violata!»
Beh, è successo anche questo e non è andata esattamente così.
Vincenzo Sabella: «Esattamente Leonardo la stessa cosa, nel 2013 ho pagato di tasca mia, ed è stato un onore la multa di euro 250 fatta alla barca che ha portato il Santo».
Poi interviene la consigliera ururese Giulia Intrevado: «Cosa ne sanno dei sacrifici? Dell’amore per gli animali? Dei soldi investiti per 365 giorni? Ma che ne sanno quelli che non hanno la tradizione nel cuore, quel battito che si ferma dal “sono partiti”. È un triste momento per l’intera comunità, per le comunità della Carrese. Chi non sa, fa bene a Tacere! Grazie Vincenzo Sabella per le belle parole spese a favore della Carrese».
Per Fulvio Antenucci: «Noi riteniamo che sono per se stesse evidenti queste verità: che tutti gli uomini sono creati eguali; che essi sono dal Creatore dotati di certi inalienabili diritti, che tra questi diritti sono la Vita, la Libertà, e il perseguimento della Felicità; che per garantire questi diritti sono istituiti tra gli uomini governi che derivano i loro giusti poteri dal consenso dei governati; che ogni qualvolta una qualsiasi forma di governo tende a negare questi fini, il popolo ha diritto di mutarla o abolirla e di istituire un nuovo governo fondato su tali principi e di organizzarne i poteri nella forma che sembri al popolo meglio atta a procurare la sua Sicurezza e la sua Felicità”. Pensa, la proclamavo spesso contro i democristiani e gli americani stessi. Tu, tristemente, la legge devi osservarla e tutti i cittadini con te».
L’ultimo post tocca ancora Vincenzo Sabella: «La frase del mio post è solo la sintesi estrema del concetto, oggi si è palesemente consumata una ingiustizia nei confronti di un intero popolo umiliato e colpito in ciò che di più prezioso possiede, le radici e l’identità. Sono certo che chi ha agito lo abbia fatto nel rispetto della legge, ma nel rispetto di una legge profondamente ingiusta. E quando una legge è profondamente ingiusta, a maggior ragione se nei confronti di un intero Popolo, la cosa giusta da fare è violarla».