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sabato 2 Agosto 2025
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A Termoli il nuovo predellino di Berlusconi, in tripudio tra la folla

TERMOLI. Non è stato un comizio circoscritto in una piazza, ma un matinée in pieno centro a Termoli. Silvio Berlusconi è atterrato col suo elicottero nell’antistadio del Cannarsa e in macchina, con un corteo di tre vetture di grossa cilindrata ha raggiunto Corso Umberto, fermandosi all’altezza del nuovo disegno che raffigura la città adriatica.

Ad attenderlo decine di giornalisti e operatori tv, oltre candidati, amministratori di centrodestra e centinaia di persone.

Alla spicciolata sembravano di meno, ma quando l’ex premier ha cominciato ad affacciarsi nei negozi del Corso nazionale, si è creata una calca incredibile tra la gente, spuntata come funghi, dai bambini ai pensionati, dai colletti bianchi agli immigrati, mista nel cordone di sicurezza tra Carabinieri, agenti, Vigili urbani e gli uomini della scorta.

Un tripudio di affetto incredibile, spontaneo, proprio nella natura di chi ha sempre inseguito il consenso popolare, quello tributato a Silvio, chiamato da ogni angolo, chi voleva stringergli la mano, chi farsi l’immancabile selfie.

Un inseguimento senza tregua, che ha reso difficile per non dire ostica la missione di chi era lì per documentare l’evento.

A step successivi Berlusconi ha anche risposto alle emittenti tv, nazionali e non. Non si è sottratto a nessuno, non ha mancato un’attività commerciale fino all’incrocio con via Frentana, tanto da metterci circa 45 minuti per il breve tragitto a piedi.

Nessuna ombra di contestazione, solo il riconoscimento a una popolarità assurda, che non è traducibile certamente in voti, ma lo legittima e personaggio simbolo di questa Italia e chiunque voglia faccia le sue debite considerazioni.

Il tour sul Corso è finito salendo in macchina in via Roma, ma prima è salito sul predellino dell’auto, come 10 anni e mezzo fa in piazza a Milano, profetizzando la vittoria di Donato Toma alle elezioni regionali, per poi dirigersi al blindatissimo pranzo dello Svevìa, mentre per motivi di tempo, bruciato proprio in mezzo alla gente, ha dovuto rinunciare alle visite guidate della Cattedrale e del Castello Svevo, tanto da dover ricevere Oscar De Lena, presidente dell’Archeoclub, nel locale del borgo, per lo scambio dei doni previsti.